Ubi, 300 uscite volontarie,150 assunzioni
Per Bergamo 37 pre-pensionamenti

Accordo sul ricambio generazionale tra i vertici di Ubi Banca e i sindacati. «Siamo riusciti - spiega il coordinatore Fabi per il Gruppo Ubi Paolo Citterio - a garantire un pacchetto di assunzioni con un rapporto di 1 a 2 rispetto al numero di colleghi che lascerà l’azienda».

In pratica a fronte di 300 uscite «tutte su base volontaria con accesso al Fondo di Solidarietà o alla pensione» sono previste 150 nuove assunzioni. A livello territoriale, sono 37 le uscite riguardanti il personale della macro area «Bergamo e Lombardia Ovest».

Le uscite avverranno a partire dal prossimo 1° marzo e si suddividono in 50 posizioni, che avevano in precedenza già presentato richiesta di esodo, e 250 nuove domande da formulare entro il prossimo 10 febbraio per accedere alla pensione oppure al Fondo esuberi. Ubi Banca procederà poi con un piano che prevede 150 assunzioni, di cui 100 entro il prossimo 30 giugno e 50 entro il 31 dicembre del 2021, con la stabilizzazione di 42 precari, il cui contratto verrà trasformato a tempo indeterminato. «È positivo che ancora una volta sia stato affermato il principio che alle uscite per pensionamento o per accesso al Fondo di solidarietà debba sempre corrispondere la creazione di nuova occupazione - afferma Giuseppe Cassella, segretario responsabile della First Cisl del gruppo Ubi - In questa occasione, tra l’altro, il tasso di sostituzione è di un ingresso ogni due uscite, un miglioramento evidente rispetto ai precedenti accordi, nei quali si prevedeva una assunzione ogni tre esodati/pensionati. Per questo il nostro giudizio è positivo».

L’accordo – sottolinea una nota di Ubi Banca - genererà un onere di «circa 70 milioni di euro lordi» e «50 netti» per la banca, che verrà contabilizzato nel «quarto trimestre del 2019». A fronte di questi costi le sinergie «sono stimate in oltre 20 milioni nel 2020, e in oltre 25 milioni annui a regime a partire dal 2021». L’intesa, per la banca, «rappresenta un’ulteriore fase del processo di razionalizzazione degli organici» che prosegue «in linea con le previsioni del piano industriale attualmente in essere» e che consentirà di raggiungere entro il 2020 l’obiettivo di organico previsto dal piano, pari a «circa 19.500 risorse».

L’uscita delle risorse è prevista progressivamente già a partire dal mese di febbraio 2020; i relativi oneri, pari a circa 70 milioni lordi (circa 50 netti), saranno contabilizzati nei risultati relativi al quarto trimestre del 2019. Le sinergie di costo sono stimate in oltre 20 milioni nel 2020, e in oltre 25 milioni annui a regime a partire dal 2021.

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