«Università, il 60-70% ha scioperato»
Si torna in assemblea il 17 novembre

Le Rsu dell’Ateneo sullo sciopero di 4 ore proclamato per il 10 novembre: «Adesione tra il 60 e il 70% dei lavoratori, un successo. Ora avanti».

Nel pomeriggio del 10 novembre la Cgil di Bergamo ha diffuso un comunicato stampa sullo sciopero del personale dell’Università di Bergamo: «Con un’adesione tra il 60 e il 70% dei lavoratori (fonti delle RSU dell’ateneo) è stata un successo la mobilitazione del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario dell’Università degli Studi di Bergamo che ha svolto oggi uno sciopero di quattro ore, dalle 8,30 alle 12,30. Prosegue, così, con una grande partecipazione il percorso avviato con lo stato di agitazione. Obiettivo: rivendicare un riconoscimento economico e l’intervento del Prefetto richiesto dalle Rsu, da Flc-Cgil e Cub-Sur».

«Il Prefetto dovrebbe convocare le parti entro cinque giorni, di giorni invece ne sono passati venti ormai e non comprendiamo come mai il Prefetto non ci convochi, mentre comprendiamo che il Rettore Remo Morzenti Pellegrini e il Direttore Generale Giuseppe Giovanelli non hanno intenzione di trovare una soluzione alla vertenza o meglio l’unica soluzione sembra essere l’accettazione totale da parte dei lavoratori delle loro proposte» si legge in una nota delle RSU dell’ateneo.

«Tutto ciò è inaccettabile, lo hanno dimostrato oggi i lavoratori aderendo in maggioranza allo sciopero (l’adesione pare intorno al 60-70%). Un bel gruppo di lavoratori ha inscenato un presidio comunicativo nel cortile della sede di via dei Caniana poi si è spostato per far conoscere le ragioni della nostra protesta sia ai lavoratori del Comune di Bergamo che a quelli della Provincia che sono più o meno nelle nostre condizioni economiche. I lavoratori della Provincia vivono inoltre una situazione di difficoltà maggiore in quanto dovrebbero essere agevolati nelle mobilità verso altri enti e l’Università potrebbe essere uno di questi. La protesta si è poi spostata nelle sedi di Sant’Agostino e Salvecchio dove ha sede il Rettorato e dove è stato chiesto al Rettore in modo simbolico (in quanto non si è mostrato) di riprendere le trattative. Non ci fermiamo: martedì prossimo 17 novembre ci sarà una nuova assemblea per decidere insieme come continuare. Lo scatto di dignità di questa mattina c’è stato e continuerà».

Con la protesta, sostenuta anche da Flc-Cgil e Cub-Sur, i lavoratori hanno rivendicato lo stanziamento di risorse certe e stabili come riconoscimento a tutto il personale per scatti stipendiali fermi da sei anni; il ritiro dei criteri discrezionali e comportamentali dal nuovo sistema di valutazione del personale, mantenendo inalterati quelli previsti nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro vigente e attivando un modello condiviso che possa essere da stimolo al raggiungimento degli obiettivi collettivi e individuali, con meccanismi di garanzia per il valutato; lo sblocco delle sostituzioni di breve durata per garantire almeno l’attività ordinaria degli uffici in una situazione ormai al collasso.

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