Cucina regionale da Bg a Gradara

Gradara, in provincia di Pesaro-Urbino, al confine tra la Romagna e l’inizio delle Marche, è cittadella fortificata visitatissima da turisti di mezzo mondo per l’imponente struttura che racchiude il centro storico e che vide il tragico amore di Paolo e Francesca, ricordato da Dante nella Divina Commedia.

Gradara, in provincia di Pesaro-Urbino, al confine tra la Romagna e l’inizio delle Marche, è cittadella fortificata visitatissima da turisti di mezzo mondo per l’imponente struttura che racchiude il centro storico e che vide il tragico amore di Paolo e Francesca, ricordato da Dante nella Divina Commedia.

Gradara è nota anche per i suoi buoni ristoranti, uno dei quali è “Al Soldato di Ventura”, piccolo ed accogliente, attiguo alla “Porta Nova”, una delle porte di accesso al borgo, da dove si gode una splendida vista che spazia fino al litorale romagnolo.

Può accogliere una cinquantina di ospiti in sala ed altrettanti nel giardino estivo; propone piatti della tradizione romagnolo-marchigiana sia di terra sia di mare. Claudio e Silvana Bertolino che, con i figli Claudia e Andrea, da vent’anni gestiscono con capacità e passione il locale, hanno ricevuto la targa di merito della associazione Ristoranti Regionali–Cucina doc “per aver contribuito alla salvaguardia della cucina tipica regionale, espressione di cultura dei luoghi” (www.ristorantiregionali.it). Ha provveduto alla consegna del riconoscimento Marinella Argentieri, bergamasca nata a Bergamo Alta e residente a Vercurago, dove ha sede l’associazione, di cui Argentieri è presidente.

Nell’occasione è stato preparato un menù abbinato ai vini della Cantina Pievalta di Maiolati Spontini, nel cuore dei Castelli di Jesi. L’azienda dal 2002 produce da agricoltura biologica e dal 2005 applica l’agricoltura biodinamica www.pievalta.it.

Il menù si è aperto con una ricca proposta di antipasti: frittata rustica, puntarelle con le alici, crostini al tartufo di Sant’Angelo in Vado, coppa di testa e salumi di Ginestreto, piadina farcita con erbe di campo abbinati al Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore che ha accompagnato anche le gustosissima minestra: crestagliate con fagioli, pasta tipica locale preparata con farina doppio zero e farina di mais in parti uguali, impastata solo con acqua. Quindi gli gnocchi di patate con anitra germano, sposati al Rosso Pievalta Igt , Montepulciano in purezza prodotto in 3.500 bottiglie; lo stesso vino è stato abbinato alla saporita punta di vitello in porchetta con patate e carciofi al forno.

Per finire una carrellata di dolci casalinghi che sono stati abbinati a Curina Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Passito. Il nome di questo vino dolce deriva da un vento caldo detto Curina che asciuga i grappoli stramaturi in pianta, appassiti in cassettina e in parte macerati sulle bucce in anfore di terracotta, come facevano gli antichi romani.

R.V.

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