Ex senatore e pretoriano di Bossi
Addio a Massimo Dolazza

Un bossiano di ferro, di quelli della primissima ora. Massimo Dolazza, già parlamentare leghista per due legislature è morto giovedì 9 maggio: aveva 69 anni ed era malato da tempo. La sua ultima esperienza politica ufficiale è stata quella di consigliere comunale a Stezzano, suo paese natio, fino al 2014. I funerali si svolgeranno sabato 11 maggio nella chiesa parrocchiale di Stezzano, partendo alle 9.30 dalla camera mortuaria della Casa di riposo Villa Pace.

Militante storico del Carroccio, riconoscibilissimo per la sua folta barba e i capelli bianchi sempre un po’ lunghi, di professione perito assicurativo, era stato eletto 2 volte al Senato. La prima nel 1994: candidato nel collegio Treviglio-Pianura per l’alleanza Lega-Forza Italia aveva raccolto il 43,56% dei voti, staccando nettamente tutti i contendenti. Due anni dopo, il bis, sempre nell’allora collegio 33: in quell’occasione la Lega aveva corso da sola ma fatto ugualmente il pieno, anche se Dolazza si era dovuto «accontentare» del 35,4%. Un dato che gli era però valsa la riconferma a Palazzo Madama dove lavorò parecchio in seno alla commissione Difesa. Nel 2001 il suo collegio era invece andato a Ettore Pirovano.

Fin dai primi anni ’90 Dolazza è stato responsabile del servizio sicurezza di Bossi: una squadra di pretoriani quasi tutti bergamaschi della quale il senatur aveva la massima fiducia. Dopo la fine della sua esperienza parlamentare, Dolazza non aveva lesinato attacchi pesanti al new deal leghista: nel mirino erano finiti soprattutto i presunti rapporti tra il Carroccio e Finmeccanica. E non mancarono le frizioni in particolare con Roberto Maroni. Ieri, appena la notizia della sua scomparsa ha iniziato a circolare, sui social sono apparse diverse testimonianze d’affetto di militanti leghisti e anche di esponenti di un certo peso, come il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi.

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