«Aiuole di Iris per non dimenticare Paola e le vittime di violenza». In arrivo anche a Bergamo

L’intervista. Cristina Mostosi ha ereditato da suo padre un giardino con specie rare di Iris e qui ha imparato a curare questi fiori speciali che sono diventati un simbolo, contro il femminicidio.

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Da sette anni si prende cura delle Iris che appartengono alla sua famiglia e la storia di questi fiori scoperti nel suo “Giardino di Trebecco” sono diventati molto speciali.
Cristina Mostosi fa la bancaria, ma quando non lavora tra pratiche e numeri è con le mani nella terra: anni fa ha ricevuto in eredità da suo padre Luigi un giardino con un significato che prescinde il valore botanico di questo appezzamento di terra sul fiume Oglio, a Castel Trebecco, nel comune di Credaro.

«Per due anni mi sono dedicata a quello che ho scoperto nel giardino e di cui non conoscevo la peculiarità: ho così fatto rinascere la preziosità che vi ho trovato - racconta -. Mio padre era un botanico di fama internazionale che ha ibridato per 35 anni Iris Barbate Alte. Ho trovato 26 certificazioni all’American Iris Society». Cristina ci si è dedicata con amore e passione, perché non si tratta solo di fiori e riconoscimenti botanici: «Il giardino racconta la storia della sua famiglie d’origine, anche le sue situazioni più dolorose, le storie più drammatiche». Il riferimento è all’assassinio di sua sorella Paola: nel marzo 2002, la ventiquattrenne di Torre Boldone, dopo un banale incidente automobilistico, fu sequestrata e uccisa da un camionista.

«Un femminicidio cambia la vita, stravolge. La mia famiglia non è più stata quella che era prima dell’omicidio di Paola. Anche il giardino, amatissimo dalla mia famiglia, è cambiato. Qui la mia famiglia era sempre presente nei fine settimana, qui tutti sapevano che era un luogo di incontro e aggregazione. Nel 2002 dopo la morte di Paola è stato semi abbandonato: per mia mamma era troppo doloroso tornare nel giardino, le ricordava i momenti felici vissuti con Paola» racconta Cristina, che continua: «Poi mio padre l’ha trasformato in un laboratorio a cielo aperto, luogo di sperimentazione, fino a quando l’ho ripreso in mano io ed è diventato un giardino aperto al pubblico, dal 2017». Un po’ come si fa in Gran Bretagna, i giardini privati che hanno un’eccellenza si aprono per condividere la bellezza: «Perché la bellezza, come la felicità, va condivisa: solo così sì amplifica» dice.

Con nuovi progetti: «Negli ultimi due anni ho aperto la “Biblioteca della natura” dedicata a Paola. Partendo dai 400 libri di botanica di mio padre, grazie a Internet e a una rete di amici e contatti, siamo arrivati a 5mila volumi oltre a un lavoro di collaborazione con artisti e artigiani che si ispirano a le iris per le loro opere». Ma c’è un progetto ancora più speciale e un desiderio di Cristina che in questa intervista video accenna e che, proprio in questi giorni di pubblicazione, è diventato realtà: «Dal 25 novembre 2021 ho dato il via a “Un Iris per non dimenticare”: regalo un kit di Iris Barbata ai Comuni d’Italia per realizzare un’aiuola e il Comune si impegna a curare i fiori e a posizionare una targa in ricordo di Paola Mostosi e di tutte le altre donne vittime di violenza». A Bergamo il progetto diventerà realtà il prossimo 25 novembre, Giornata nazionale contro la violenza sulle donne: «Abbiamo deciso di creare tre aiuole che saranno inaugurate proprio il 25 novembre: in via San Tomaso de’ Calvi e in via Berizzi, in prossimità di due panchine rosse di Bergamo, e in collaborazione con le Reti di quartiere - annuncia Marzia Marchesi, assessore all’Educazione alla cittadinanza, Pace e Pari opportunità -, ma anche nei pressi del Liceo Scientifico Mascheroni».

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