11.646 Berlusconi

Giorgio Gandola

C’è qualcosa di volgare nell’approccio di alcuni media all’affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi. E per una volta i riflettori non sono accesi sulla seconda parte della frase (Berlusconi), ma sulla prima.

C’è qualcosa di volgare nell’approccio di alcuni media all’affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi. E per una volta i riflettori non sono accesi sulla seconda parte della frase (Berlusconi), ma sulla prima.

L’affidamento in prova non è una gogna, non è una punizione più estrema. E accudire gli anziani con questo ruolo non è qualcosa che degrada, anzi è un’occasione per diventare migliori.

Nessuna voglia di accarezzare le corde del moralismo, ma un punto fermo bisogna metterlo: la Sacra Famiglia di Cesano Boscone è una struttura notevole e chi ci lavora al servizio degli ospiti (persone anziane, malate, sole) ha dentro di sè un’umanità che noi - più avvezzi al motteggio e alla battuta facile - neppure immaginiamo.

L’Italia ha scoperto che esiste l’affidamento ai servizi sociali solo perché, accompagnato da vignettisti e comici, ci va Berlusconi. Ma senza tanta pubblicità 11.646 persone sono affidate in questo momento a strutture sociali come alternativa al carcere.

E mentre il rischio di recidiva all'uscita di prigione è dell’80%, a conclusione di questa esperienza è del 20%. Significa che aiutare coloro che soffrono è più efficace di tutte le altre pene nel far recuperare al condannato il valore etico dell’esistenza. Il senso della comunità, il senso della solidarietà si percepiscono meglio imboccando un ottantenne sdentato o spingendo la sedia a rotelle di un disabile.

Ben venga la pubblicità e niente da dire sull’ironia per Berlusconi (c’è abituato da 50 anni). Ma gli anziani e chi li aiuta meritano rispetto

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