La ruspa vanitosa

Giorgio Gandola

Fenomenologia del Tanko. Due cingoli, due pesanti lastre di metallo posticce ai lati, la struttura di un vecchio escavatore Fiat Allis FI 120 degli anni Novanta, serbatorio da 150 litri, dieci ore di autonomia.

Fenomenologia del Tanko. Due cingoli, due pesanti lastre di metallo posticce ai lati, la struttura di un vecchio escavatore Fiat Allis FI 120 degli anni Novanta, serbatorio da 150 litri, dieci ore di autonomia. Riassumendo, una ruspa.

Ed è esattamente quella ruspa pitturata di nero il carroarmato sequestrato nel capannone di Casale di Scodosia ai cosiddetti Serenissimi in ebollizione da secessione armata. Nelle foto che testimoniano l’operazione dei Ros manca il cannoncino da 12 millimetri costruito con istruzioni scaricate dal Web, non ancora montato per problemi tecnici.

Immaginiamo che in un mondo parallelo delle macchine, la ruspa vanitosa non aspettasse altro che il cannone avvitato sulla torretta (pardon, sull’abitacolo) per avere il suo quarto d’ora da Leopard.

Per portare via il Tanko dal garage e issarlo sull’autoarticolato, le forze dell’ordine hanno impiegato tutta la mattinata perché il cingolato secessionista non partiva. È chiaro che si tratta di una cosa seria e che anche un cannoncino da 12 millimetri fai-da-te (sempre che funzioni) può procurare danni e dolori.

Ma è altrettanto chiaro che la parte politicamente scorretta della mente scivola subito sull’effetto che avrebbe fatto il Tanko se guidato da John Belushi verso l’obiettivo previsto, la solita piazza San Marco. Senza nulla togliere al fuoco indipendentista dei bocia e al rigore investigativo dell’operazione, crediamo che sia per questa inclinazione naturale alla parodia che chiunque - ma proprio chiunque - davanti a questa storia (in privato) ride.

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