La risposta giusta
in campo e sugli spalti

«Ora tante battaglie per chiudere in alto» aveva detto Pasalic in settimana, nell’intervista rilasciata al nostro giornale. È proprio così. La lotta per l’Europa League si infiamma sempre più man mano che ci si avvicina alla primavera. Con il Torino rientrato di prepotenza e la Sampdoria trascinata da quella specie di highlander che è Quagliarella, nello spazio di 6 punti sgomitano cinque squadre: Lazio, Torino e Atalanta a 41; Sampdoria a 39; Fiorentina a 36. E non molla nessuna.

La Roma ha perso male il derby ma è a quota 44 e ha un buon margine per tenere a bada le inseguitrici (a patto di non andare in crisi). I viola hanno perso a Bergamo schiantati da una sontuosa Atalanta (sontuosa nonostante l’approccio choc alla gara), ma sono tutt’altro che morti. Quel che importa è che i nerazzurri di Gasperini – il quale, a proposito, ha finalmente sfatato il tabù Fiorentina, l’unica squadra che da atalantino non aveva ancora battuto – hanno risposto con un sonoro «presente!» dopo le sconfitte con Milan e Torino delle settimane precedenti, rialzando la testa in campionato e tenendo il passo in questa corsa che d’ora in poi concederà pochi cedimenti a chi pretende di salire sul treno per l’Europa.

Tra le note liete, l’ennesima conferma dell’importanza di avere Gomez in campo: assente per quasi mezza partita con i rossoneri (uscì al 14’ della ripresa per infortunio) e per l’intero confronto con i granata, ieri – ancor più che a Firenze in Coppa Italia – ha trascinato la squadra da campione. Con lui è vera Atalanta, senza manca più di qualcosa, non ci scappi. Bravo anche Palomino, entrato dalla panchina per un acciacco di Masiello e capace di far dimenticare le incertezze che ne avevano penalizzato la prestazione di mercoledì scorso nell’andata di semifinale di Coppa Italia con i viola.

Ma adesso non c’è tempo di cullarsi sugli allori, domenica l’Atalanta è attesa al varco dalla Sampdoria per un altro duello di fuoco. Doppia la motivazione: a Genova bisogna anche riscattare la sconfitta dell’andata (0-1). Ultima nota, ma non meno importante: dopo i brutti fatti post-partita di Coppa, ieri a Bergamo ha vinto lo sport, in tutti i sensi, non solo perché bisognava onorare la memoria di Davide Astori.

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