Ferreira Pinto, la fine dell'incubo
«Spero di dare presto una mano»

Bentornato Adriano Ferreira Pinto. Lo hanno detto e pensato un po' tutti. Lo stesso Conte non ha mancato di sottolineare quanto possa essere importante ritrovare un giocatore così. La gente, sugli spalti giovedì sera, ha scandito a più riprese il suo nome. Il brasiliano volante, che con il suo spirito di sacrificio, la sua predisposizione al lavoro e la sua umiltà, ha conquistato subito l'affetto dei bergamaschi, nel trofeo Bortolotti ha avuto ancora una volta la dimostrazione di quanto importante sia diventato per l'Atalanta e i bergamaschi.

I sessantotto minuti contro l'Hull City rappresentano un nuovo inizio. Il sorriso solare con cui Pinto lascia il campo e ricambia i saluti, è la risposta forse più significativa: vuol dire che sta bene e si sente bene, l'infortunio è finalmente alle spalle. «Sono contento di essere tornato in campo. E devo dire che mi sono anche emozionato», confessa il brasiliano nella conferenza stampa di fine partita. Il motivo è presto intuibile. «Ritornare in campo dopo otto mesi - spiega - non è mai facile, ma finalmente questo momento è arrivato».

Ha lavorato molto, in questi mesi, Ferreira Pinto per tornare quello di prima il più velocemente possibile. Aveva anche rinunciato al viaggio di nozze quest'estate, nella speranza e nella convinzione di essere pronto già per l'inizio della stagione. Ma poi una convalescenza più lunga del previsto (non dimentichiamoci che rompersi un crociato è uno degli infortuni più seri che possa capitare a un calciatore) e infine uno stiramento al polpaccio, hanno allungato a dismisura i tempi.

Ma la voglia di tornare è stata una spinta troppo forte. «Ho superato al meglio anche l'impatto psicologico del ritorno in campo. Non è mai facile. Ma in tutto questo devo ringraziare i medici e lo staff dell'Atalanta per le cure che mi hanno dato, e poi naturalmente mia moglie, la mia famiglia e gli amici più cari che in questi mesi per me così difficili mi sono stati sempre vicino e mi hanno dato aiuto e sostegno. Un grazie anche ai tifosi che mi vogliono sempre bene e alla società che mi ha aspettato».

Il primo provino è stato superato con successo. È servito a rompere il ghiaccio e a dare una bella iniezione di morale al giocatore. «Dopo otto mesi - racconta il suo rientro il brasiliano - ammetto che avevo anche un po' paura, specie nel fare i contrasti, ma tutto sommato è andato tutto bene e mi posso ritenere soddisfatto della mia prova. Ora però devo riprendere un po' il ritmo-partita, perché voglio dare anche io il mio contributo e aiutare l'Atalanta a salvarsi il prima possibile».

Al brasiliano è andato anche il premio «Bresciani» come miglior giocatore della partita. Anche questo servirà come iniezione di fiducia. «Sono contento per questo premio e anche per la vittoria dell'Atalanta». Ma il pensiero sembra già rivolto a Siena. «Spero di poter dare una mano presto alla squadra. Adesso devo assimilare bene gli schemi di Conte: il mister vuole che si sfruttino molto le fasce laterali e io ho voglia di esprimermi al meglio e dare il mio contributo. Siena per noi sarà una tappa molto importante, perché affrontiamo una squadra che lotta come noi per salvarsi. I punti in palio valgono doppio, perciò non vogliamo farci trovare impreparati».

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