Raimondi: «Il mio modello?
Bellini, la bandiera nerazzurra»

Dopo un lungo giro d'Italia, iniziato nella squadra bergamasca meno titolata, l'AlbinoLeffe, passando per Vercelli, e viaggiando da una parte all'altra dello stivale, Palermo, Arezzo, Vicenza e Livorno, Cristian Raimondi di Sedrina, classe 1981, è tornato a casa. «Era da dieci anni che non venivo a Zingonia – esordisce il neo acquisto atalantino –. È stata una grande emozione tornare sul campo centrale. Non ho mai smesso di crederci, nonostante quanto successo nell'estate 2009. Ho saputo dell'ufficialità dell'operazione la sera prima del mio arrivo: mi sono presentato a casa da Livorno tra lo stupore di mia moglie che ha immediatamente capito tutto. Sono stati bravi sia il mio procuratore che la società, rappresentata dai dirigenti Roberto Spagnolo e Luca Percassi. Sono stato tenuto all'oscuro della trattativa, dato che il mio procuratore sapeva quanto avessi sofferto per quello che è successo la scorsa estate».

Il nome di Raimondi era stato infatti accostato con insistenza alla società bergamasca al momento dell'arrivo di Gregucci sulla panchina atalantina, ma proprio mentre si aspettava l'annuncio ufficiale la trattativa è saltata. Per il giocatore ex Livorno il ritorno a Bergamo è una rivincita verso chi optò per il gran rifiuto. «Quando è cambiata la società - prosegue Raimondi – ho capito che solo in una simile situazione sarei potuto tornare. Nel 2009 era tutto fatto, ci fu la stretta di mano tra il mio procuratore e Carlo Osti, ex ds nerazzurro, ma la società si rimangiò la parola data. Spagnolo era la mia speranza, dato che lo conoscevo dai tempi dell'AlbinoLeffe, ma non avendo responsabilità in società non ebbe alcuna colpa. Quest' anno non c'è stato nemmeno bisogno della stretta di mano».

Cristian Raimondi assicura che lascerà alle spalle quanto successo ed è pronto a dare il proprio contributo alla causa atalantina per raggiungere «l'unico obiettivo». «L'obiettivo in primis è sempre stato quello di tornare già negli anni passati; ora sarà quello di giocare il più possibile e fare bene per raggiungere la promozione. Sarebbe stato bello tornare a Zingonia prima, magari per essere come Gianpaolo Bellini, bandiera nerazzurra: però quando insegui tanto una cosa e la ottieni sei gratificato, a qualsiasi età tu la raggiunga».

Con l'arrivo di Cristian Raimondi l'allenatore Stefano Colantuno avrà a disposizione un vero jolly esterno, schierabile sia in difesa che a centrocampo. «Posso adattarmi in tutte e due le posizioni. Fino a tre anni fa giocavo alto, ma ora mi vedo più come terzino, analizzando le mie caratteristiche e in particolare la mia corsa. Mi sono sempre messo a disposizione dell'allenatore – conclude con ironia il giocatore bergamasco – all'Atalanta posso giocare in qualsiasi ruolo».

Simone Masper

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