Orobica raid: alla Dakar
2 Panda targate Bergamo

Laddove ha fallito un colosso come la Fiat - portare due Panda al traguardo della Dakar - ha intenzione di uscirci un team bergamasco, l'Orobica Raid. L'obiettivo della spedizione è di tagliare il 15 gennaio il traguardo di Buenos Aires.

Laddove ha fallito un colosso come la Fiat - portare due Panda al traguardo della Dakar - ha intenzione di uscirci un team bergamasco, l'Orobica Raid. La spedizione è stata presentata dai protagonisti lunedì a Milano, all'Hotel Ramada Plaza, dove sono stati mostrati i quattro veicoli: due Fiat 4x4 PanDakar, un camion Unimog 4x4 per l'assistenza veloce e un Mercedes 6x6 che si occuperà dell'assistenza fuori gara.

L'obiettivo è di tagliare il 15 gennaio il traguardo di Buenos Aires (Argentina), vendicando lo smacco del 2007, quando le due utilitarie torinesi affidate a Miki Biasion e Bruno Saby si ritirarono nel corso della quarta tappa.

A riprovarci è un manipolo di amici con la passione per il deserto, forti di due anni di sperimentazioni e miglioramenti che hanno portato a ridefinire le auto. Un primo equipaggio è composto da Giulio Verzeletti di Telgate, 10 Dakar all'attivo, che si alternerà alla guida con il bresciano Loris Calubini.

Una seconda vettura è invece affidata al vicentino Elio Moro, patron di TeamItalia, con un copilota da definire. Come già quattro anni fa, le PanDakar sono spinte da un motore 1.3 turbodiesel dotato di una potenza di 100 Cv e una coppia di 225 Nm.

Al cambio di serie è stato preferito un M32 a sei rapporti. Sono stati rimpiazzati anche i differenziali, con l'anteriore realizzato in acciaio speciale e il posteriore con un autobloccante progressivo che permette di proseguire persino con un semiasse posteriore rotto.

Sostituito anche il giunto viscoso di serie con uno fisso inseribile meccanicamente per ottenere la massima trazione. All'interno è stato eliminato tutto il superfluo, compresi i sedili posteriori, al posto dei quali trovano spazio le due ruote di scorta. È stata aggiunta la strumentazione per la navigazione (Gps, Sentinel, trip Mega e supporto Iritrack) e nuovi sono anche i sedili e le cinture racing e il volante a calice.

Sul camion deputato all'assistenza in tempo reale saliranno invece Giacomo Vismara, di Cenate Sopra, il figlio di Giulio Verzeletti, Giacomo, e il vicentino Giuseppe Fortuna. Con 26 Dakar alle spalle e il trionfo del 1986, sempre tra i camion, Vismara è il gran cerimoniere della spedizione.

Per il suo esordio in SudAmerica si affiderà a un bestione da 330 Cv per 65 quintali. Tutti e tre i veicoli presentavano una gigantografia di Fabrizio Meoni, motociclista aretino morto durante la Dakar 2005. Meoni era molto amato, come dimostra la presenza dell'altro bergamasco Giovanni Sala (3° alla Dakar 2006).

Per onorarne la memoria di Meoni è stato presentato in anteprima il dvd Jerejef (grazie, in lingua senegalese), il cui ricavato servirà a finanziare la fondazione Meoni Onlus che realizza progetti umanitari in Senegal, Tanzania e Uganda. Perché anche se dal 2009 la Dakar si è trasferita in SudAfrica, i dakariani non dimenticano il Continente Nero.
Giovanni Cortinovis

© RIPRODUZIONE RISERVATA