Basket: tiri liberi sulla Comark
Non esagerare con l'euforia

Siamo alle solite. Le tre vittorie di fila della Comark hanno innescato euforia e ottimismo tra i più esagerati. Da qui il rigoroso richiamo a un maggior equilibrio anche perché i pur meritati ultimi successi non è che siano stati centrati passeggiando.

Siamo alle solite. Le tre vittorie di fila della Comark hanno innescato euforia e ottimismo tra i più esagerati. Da qui il rigoroso richiamo a un maggior equilibrio anche perché i pur meritati ultimi successi non è che siano stati centrati passeggiando.

Ricordiamoli subito. Da Siena siamo tornati con un punto di scarto; si è superata Pavia, al PalaFacchetti, di cinque e domenica scorsa, sempre in casa, i trevigliesi hanno vinto di undici allungando nel finale contro il penultimo Castelletto Ticino.

La stessa classifica, nove le giornate disputate, ammonisce di non abbassare assolutamente la guardia in quanto il quinto-sesto posto in coabitazione con Moncalieri ed è marcato a vista da Omegna, Trieste e Senigallia, terzetto che segue a sole due lunghezze.

E se non si blinderà, alla conclusione della regular season, la sesta posizione, per difendere l'attuale Terza divisione (obiettivo dichiarato dalla società) del basket nazionale si dovrà ricorrere alla lotteria dei playout. Descritta nei particolari la situazione, altro che cullarsi, come si suol dire, sugli allori.

Fortunatamente consapevole di ciò c'è Simone Lottici, coach altamente concreto e profondo conoscitore dei rischi ai quali ci si espone qualora si perda il senso della misura. Lottici, inoltre, ha già mandato segnali forti e chiari sul come guidare il gruppo sotto l'aspetto delle motivazioni e dell'autostima.

Non è, infatti, da tutti gli allenatori alternare titolari e under, concedendo loro i medesimi minutaggi senza creare malumori e quant'altro. Operando in tal modo i baby Borra, Marulli, Milani e Planezio stanno maturando e quindi rendendo a dovere a tempo di record.

Perché non ricordarlo sino alla noia che l'ingaggio di Lottici, fortemente suggerito dal general manager Euclide Insogna, venne deciso dopo i rifiuti estivi, in rapida successione, di Salieri, Saibene e Vanoncini? È proprio il caso di rispolverare il «tutto il male non viene per nuocere» anche se manca, naturalmente, la controprova.
Arturo Zambaldo

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