Bjelanovic: «Gol liberazione
Che bello vedere tutti felici»

Chissà cosa avranno i pensato i sostenitori atalantini al 43' della ripresa di Modena-Atalanta sul risultato di 1-1. Sasa Bjelanovic a tu per tu con Guardalben, il ricordo del gol sbagliato contro il Novara e l'occasione che si ripete, scherzo del destino, allo stesso minuto.

Chissà cosa avranno i pensato i sostenitori atalantini al 43' della ripresa di Modena-Atalanta sul risultato di 1-1. Sasa Bjelanovic a tu per tu con Guardalben, il ricordo del gol sbagliato contro il Novara e l'occasione che si ripete, scherzo del destino, allo stesso minuto di gioco di quella serata sfortunata.

Il calcio toglie, il calcio dà: palla in rete e gol che regala alla squadra di Colantuono una grossa fetta di Serie A. «Non c'è ancora il supporto della matematica, ma visto l'entusiasmo e la liberazione che ha portato in tutto l'ambiente atalantino devo dire che il gol non vale la A, ma quasi, quasi sì - ha affermato con fare scaramantico il gigante croato -. Lo dedico a tutti i tifosi che erano rimasti delusi dal mio errore con il Novara».

«Ripensando a quell'occasione posso dire che già di mio sono molto autocritico: esagero perché anche nelle cose belle cerco di trovare qualcosa che non va. Mi è dispiaciuto per la delusione che avevo notato nell'ambiente in quella circostanza, ma un gol sbagliato può capitare. Ho lavorato per dimenticare quell'errore e sapevo che prima o poi sarebbe arrivata l'occasione giusta».

La gioia della squadra e l'esultanza insieme ai suoi compagni e ai tifosi presenti al Braglia sono il ricordo più bello dell'attaccante atalantino, ma non chiamatelo eroe. «Eroe è una parola esagerata, ma ho fatto un gol importante, che ci ha regalato una gioia enorme. Vedere a fine partita tutta la nostra felicità e quella dei tifosi non può che fare piacere. Jack mi ha dato una bella palla, mi sembrava un po' lunga, ma mi sono buttato in scivolata».

«Non l'ho vista nemmeno entrare perché ero per terra con Guardalben e mi sono accorto del gol grazie al boato dei nostri tifosi. L'abbraccio dei compagni a fine partita e la gioia che ho visto nei loro occhi sono state le cose più belle della serata».

Il gol del riscatto, per evitare di finire nel ricordo dei tifosi atalantini solo per quel famoso errore: una sorta di liberazione per il numero 18 atalantino. «Ci tenevo tanto a fare gol. Dopo l'occasione sprecata con il Novara volevo rifarmi, visto che in quell'occasione, oltre al gol sbagliato, abbiamo anche subìto il pareggio».

«Quell'azione ha pesato tanto e questo gol è stata quasi una liberazione. Forse anche lì avrei dovuto saltare il portiere con uno "scavino", ma il calcio è fatto di episodi positivi e negativi: l'importante è mantenere sempre l'equilibrio e aspettare l'occasione successiva».

Il centravanti croato infine ha dimostrato di poter essere un uomo utile per centrare il prima possibile l'obiettivo, ragion per cui patron Percassi ha insistito tanto per portarlo alla corte di Colantuono nel mercato invernale. «Ci sono tanti bravi attaccanti e il mister fa le sue scelte. Ci sono anche gerarchie da rispettare e quando sono arrivato ero consapevole di tutto ciò».

«Sono qui come tutti quanti per centrare la A. Poi se uno gioca di meno deve essere bravo a sacrificarsi per il bene della squadra. Tutti vogliono giocare. Sono stato condizionato dalla sosta in Romania, ho faticato a ritrovare la condizione: l'importante è saper aspettare l'occasione giusta. Ho un altro anno di contratto, ma non penso al futuro: però a chi non piacerebbe rimanere a Bergamo in A?».

Simone Masper

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