Cristiano Doni si chiama fuori
Il legale: «Estraneità dimostrata»

Caro Santoni, c'eravamo tanto amati. Si può riassumere così l'interrogatorio di Doni davanti ai vice di Stefano Palazzi. È lì, in quel passaggio dal «siamo» all'«eravamo amici», la linea difensiva del capitano dell'Atalanta. I suoi rapporti con Santoni, ha dichiarato ieri mattina ai procuratori della Figc, sono irrimediabilmente compromessi. Si è passati dall'«amico fraterno» al «grande risentimento» per averlo trascinato in quest'inchiesta sul calcioscommesse, nei confronti della quale il capitano si dichiara estraneo.

Un'ora e mezzo in Procura
Camicia bianca, jeans, occhiali scuri, volto tirato. Alle 10 Cristiano Doni si è presentato alla procura federale su una Mercedes nera con vetri oscurati (l'aveva usata anche Bettarini) con il suo avvocato Salvatore Pino. L'autista, vedendo il gruppo di giornalisti, fotografi e telecamere assiepati all'ingresso, ha svoltato in via Tevere tentando di entrare da un ingresso secondario, ma ha trovato il cancello chiuso. La Mercedes ha dovuto così passare per forza davanti ai cronisti: solo quando l'autista ha abbassato il finestrino per presentarsi alla portineria, i flash sono scattati all'impazzata per immortalare il capitano, seduto dietro. Appena sceso dall'auto, Doni è apparso dimagrito: nervoso, si è diretto nella stanza delle audizioni e dopo qualche minuto è stato chiesto ai fotografi di smettere di zoomare cercando di riprendere il giocatore, «stranito» (testuale) dall'insistenza della stampa.

«Ingiustamente accusato»
Così come sono entrati, un'ora e mezza dopo Doni e il difensore sono usciti: nessun commento. Ad aspettare la Mercedes al varco c'era però il solito Paolini (quello dei tg) che ha lanciato sale grosso sul finestrino di Doni: «Capitano, il sale scaccia i guai!» gli ha urlato. Pare che a Doni sia sfuggito un sorriso. Poi via, di corsa verso casa. Oggi il capitano sarà a Zingonia per gli allenamenti.

E così, nella giornata che avrebbe dovuto essere quella della verità per il capitano dell'Atalanta, tutto si è risolto in breve tempo. Troppo breve, secondo qualcuno, e a questo punto le interpretazioni sono due: o su Doni la giustizia sportiva ha in mano troppe prove, oppure (e questa è la tesi della difesa) troppo poche. Certo è che uno dei sostituti, all'uscita da via Po, ha fatto sapere di non aver gradito «l'atteggiamento arrogante» del capitano.

A metà pomeriggio Doni fa arrivare il suo commento attraverso un comunicato stampa di Salvatore Pino: «Sono soddisfatto dell'incontro svoltosi oggi presso la procura federale, in occasione del quale Doni ha potuto esporre i fatti che fondano la sua estraneità alle vicende oggetto di indagine - ha scritto il legale -. Nella circostanza, Doni non ha mancato di manifestare il proprio rammarico per essere stato ingiustamente accostato ad illeciti sportivi». Il calciatore ribadisce di avere già presentato diverse querele nei confronti '«di alcuni quotidiani sportivi, avendo deciso di tutelare la propria reputazione, anche per il futuro, con tutti gli strumenti a sua disposizione».

Atalanta-Piacenza
Tra verbalizzazioni e convenevoli, l'audizione è durata 40 minuti. Doni ha risposto ai sostituti di Palazzi, Carlo Loli Piccolomini, Marco Squicquero e Paolo Pinna, che gli hanno chiesto di due partite: Atalanta-Piacenza del 19 marzo e Ascoli-Atalanta del 12 marzo. Nessuna domanda su Padova-Atalanta del 26 marzo. Su Atalanta-Piacenza si concentra maggiormente l'attenzione degli uomini di Palazzi: lo prova anche la nuova lista dei convocati per la prossima settimana.

Martedì sarà risentito Carlo Gervasoni, il giocatore del Piacenza a cui Doni avrebbe dovuto stringere la mano durante la partita per sancire l'accordo, e lunedì Stefano Bettarini, accusato di avere organizzato la combine insieme a Bellavista, Parlato, Erodiani e Pirani. A Doni è stato chiesto anche dei 40 mila euro consegnati da Santoni a Parlato, che sarebbero serviti per comprare la partita. Nessun coinvolgimento da parte del capitano anche su questo fronte.

Per quanto riguarda l'Ascoli, lunedì sarà risentito Vincenzo Sommese e, a sorpresa, martedì l'atalantino Thomas Manfredini, tirato in ballo da Micolucci. Doni ieri ha negato di conoscere sia Pirani che Parlato (quest'ultimo, secondo Erodiani, «aveva un rapporto diretto con Doni»). Quanto alla stretta di mano con Gervasoni, ha negato che ci sia stata. È probabile che i procuratori avessero sottomano i verbali degli interrogatori di Parlato e Micolucci (che ha collaborato e rilasciato dichiarazioni che vanno oltre quelle di Cremona): alle loro affermazioni, Doni ha ribattuto negando qualsiasi coinvolgimento.

Thomas Manfredini
Anche Manfredini sarà difeso dall'avvocato Salvatore Pino. È lui il giocatore con cui Micolucci averebbe parlato in mezzo al campo per accordarsi sul pareggio. «Io ho parlato solo prima della partita con Manfredini, in mezzo al campo - aveva detto al gip di Cremona - lui mi dice "oh, dai, Vitto'! Che dici, oggi facciamo pari, che va bene a tutti e due?" e io gli ho detto "guarda, Manfre', credimi, io qui non conto niente"».

Secondo le accuse, Micolucci si sarebbe messo d'accordo con Doni (tramite una presunta stretta di mano) per Ascoli-Atalanta del 12 marzo (doveva finire con la vittoria atalantina, terminò invece 1-1). A Cremona il giocatore aveva escluso di conoscere Doni e aveva detto di aver accettato la proposta di combine da parte di Pirani solo perché lo esasperava, ma di non averla poi organizzata. In una telefonata intercettata tra lui e Pirani, Micolucci gli dice: «...io poi ti dico la verità... io appena sono arrivato Manfredini mi ha detto di fare pari no? Manfredini lui mi ha detto di fare pari e io gli ho detto sì sì per me va bene... gli ho detto… vediamo chiedo un attimo così... ho chiesto e ho detto....mi hanno detto di no capito? ...altrimenti ti avrei subito mandato il messaggio... cioè figurati capito?... ci mettevo un attimo... invece niente anche dopo l'1-1 non si sono fermati per niente capito?». A Doni ieri è stato chiesto se avesse notato qualcosa di anomalo nella partita. Risposta negativa: è stato solo un incontro molto tirato. Nessuna domanda su Micolucci o Erodiani.

Le società «quasi» fuori
Dalla procura della Figc arrivano invece notizie confortanti per l'Atalanta: sembra che al momento le società non risultino coinvolte direttamente nelle indagini. Questo non toglie la responsabilità oggettiva nel caso di condanna di un loro tesserato, ma non sarebbero state accertate responsabilità dirette. Per Daniele Corvia, indagato, c'è il rischio di un deferimento, ma la sua posizione potrebbe essere riaperta più avanti alla luce di nuovi elementi. Quanto alla procura di Cremona, il gip Guido Salvini ha revocato i domiciliari all'ex capitano del Bari Antonio Bellavista, imponendogli l'obbligo di dimora nella provincia di Bari e di firma una volta alla settimana. «È una decisione che non ci soddisfa minimamente – ha dichiarato il difensore, Chiusolo - che impugneremo dinanzi il Tribunale della Libertà di Brescia immediatamente».

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