Atalanta, l'analisi di Pietro Serina:
«Che stangata, ora il 2° round»

Hanno creduto solo a Palazzi. I giudici di 1° grado hanno accolto completamente l'impianto accusatorio della Procura emettendo una sentenza di condanna che lascia basiti. L'aderenza delle motivazioni alle tesi dell'accusa è davvero impressionante.

Hanno creduto solo a Palazzi. I giudici di 1° grado hanno accolto completamente l'impianto accusatorio della Procura emettendo una sentenza di condanna che lascia basiti. L'aderenza delle motivazioni alle tesi dell'accusa è davvero impressionante. Doni e Manfredini condannati, l'Atalanta che evita solo il punto di penalità legato alla «pluralità» degli illeciti. Gliene restano sei. E da bergamaschi la prima riflessione su questa sentenza - che per l'Atalanta ora sembra una stangata (vedremo come andrà in 2° grado) - è preoccupante: speriamo che questa non sia giustizia sommaria.

Perché per l'Atalanta il danno sarebbe enorme. Sei punti di penalizzazione (e due giocatori persi) per una squadra che si deve salvare non sono una passeggiata. Il condizionamento sul mercato e su tutta la stagione sarebbe gravissimo. Magari decisivo. E qui c'è da ragionare sulla responsabilità oggettiva: la società per effetto di questa norma paga colpe che non ha, e le conseguenze economiche, oltre che sportive, potrebbero diventare devastanti. Per questo è del tutto legittima la battaglia per cercare di ridurre ulteriormente una penalizzazione ingiusta.

Anche per questo ieri a Bergamo lo sconcerto è parso palpabile. E alcune parti della sentenza davvero difficili da comprendere. Per esempio: Micolucci dopo aver fatto di tutto (scommesse, illeciti, combine...) ha collaborato (di fatto è il primo «pentito» nella storia del calcio italiano) e ha patteggiato 14 mesi di squalifica, un terzo esatto della pena inflitta a Doni. Che però non compare da nessuna parte. E meno della metà della pena inflitta a Manfredini, basata su una sua accusa. E ancora: Santoni, l'ex amico e socio di Doni che ha ammesso di scommettere e più volte intercettato, ha avuto una riduzione di pena (quattro anni, non cinque più radiazione come chiesto da Palazzi) perché ha confessato. Ma la Disciplinare non ha creduto a tutte le sue dichiarazioni, altrimenti avrebbe dovuto credergli anche quando ha scagionato Doni (e quindi assolverlo...). Ma allora Santoni è credibile o non è credibile? Più in generale sembrerebbe che entrambi gli atalantini siano stati condannati senza che le prove necessarie invece per una condanna nella giustizia ordinaria. Manfredini paga una dichiarazione di Micolucci. C'era la parola di uno contro la parola dell'altro. Hanno creduto a Micolucci. Doni, invece, non compare mai nelle intercettazioni e paga per le dichiarazioni di altri. Tra l'altro dopo che l'anello di congiunzione con lui (Santoni) ha confessato di aver millantato, usando il suo nome con gli scommettitori senza mai coinvolgerlo. Ma l'accusa e il giudice di primo grado non hanno creduto a Santoni. E Doni è stato condannato sulla base di un convincimento di colpevolezza basato su indizi. La giustizia sportiva funziona così. Per fortuna questa sentenza non è ancora definitiva.

Tra 10 giorni la Corte di giustizia federale deciderà quelle che saranno le sanzioni definitive in vista del campionato. La posizione dei giocatori è chiara. Palazzi ha chiesto per Doni e Manfredini la pena minima prevista, la Disciplinare ha accolto la sua richiesta, la Cgf ha solo due vie: o conferma la condanna e automaticamente la pena, o li assolve e quindi non c'è condanna. A cascata arriverà la sentenza per la società. Ieri un po' a sorpresa la Disciplinare ha tolto un punto, quello riferito alla pluralità di illeciti. Dicendo di conseguenza che il caso Doni e il caso Manfredini sono completamente diversi. E questo sarà uno dei punti sui quali la difesa punterà per «togliere» Manfredini dal processo di 2° grado. Ma questo cosa potrebbe comportare? Lo si può capire dalla tabella proposta in questa stessa pagina. Se Manfredini viene assolto, da -6 si sceglie a -4. Tutte le altre eventuali, ulteriori detrazioni di punti sono invece legate ad Atalanta-Piacenza, solo tre punti su quattro dipendono però dalla posizione di Doni. Se Doni viene condannato un -3 è sicuro (2 punti di responsabilità oggettiva, un terzo per l'illecito realizzato). Il quarto punto di Atalanta-Piacenza è invece legato alla «responsabilità presunta» della società. Vedremo cosa succederà. E a quel punto la sentenza definitiva dovrà essere accettata in vista dell'avvio del campionato. Mentre la società deciderà come difendersi, a qualsiasi livello. Chiaro che a quel punto, arrivata la sentenza della Corte di giustizia, a 12 giorni dalla fine del mercato si potranno disegnare i nuovi scenari sportivi. Perché per la nuova Atalanta un conto sarà partire da -6, un altro sarebbe ritrovarsi assolta, quindi a partire da zero. Se questa penalizzazione fosse confermata (e quindi la squalifica dei due giocatori) la famiglia Percassi sarebbe costretta a fare uno sforzo economico ulteriore per potenziare la squadra. Per salvarsi servirebbero almeno 45 punti e all'Atalanta attuale non basterebbe certo aggiungere Denis in attacco e un difensore centrale, per arrivarci. A quel punto servirà un altro sacrificio. E serviranno i bergamaschi stretti intorno alla squadra per tentare l'impresa. Dieci giorni e sapremo.

Pietro Serina

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