Colantuono: «Cavani? Mai stanco
E Denis mi ricorda Zampagna»

Il tecnico atalantino Stefano Colantuono ha parlato alla stampa al termine della rifinitura che anticipa il match con il Napoli, in programma al Comunale sabato 26 alle 20.45. Si tratta di un anticipo di lusso, contro un avversario tra i più validi.

Il tecnico atalantino Stefano Colantuono ha parlato alla stampa al termine della rifinitura che anticipa il match con il Napoli, in programma al Comunale sabato 26 alle 20.45. Si tratta di un anticipo di lusso, contro un avversario tra i più validi del campionato e reduce da una vittoria fondamentale in Champions. Un test importante per capire a che punto è questa Atalanta.

«Vengono da una gara importante, giocata a ritmi folli - ha affermato il tecnico nerazzurro -. Speriamo che ne risentano un po', ma sono un gruppo valido, che può proporre un turnover all'altezza. Insieme al Milan sono la squadra più forte del campionato, perché stanno facendo bene sia in campionato che in Coppa. È una squadra disposta al sacrificio, penso che sia questo il motivo del loro successo».

Contro la squadra di Mazzarri, ritroveremo l'Atalanta di sempre, quella battagliera e propositiva, che accetterà la lotta sul piano dell'intensità contro una grande formazione. «Ce la giocheremo, siamo mentalmente pronti. Ci comporteremo come abbiamo sempre fatto, cercando di essere propositivi: un po' per natura e un po' per necessità, vista la penalizzazione, lo siamo sempre stati. Servirà la partita perfetta: oltre la loro forza d'attacco mi impressionano i tre dietro, un muro. A Capelli mando un grosso in bocca al lupo. Denis? Per certi versi assomiglia a Zampagna: l'importante è che non carichi la partita di eccessive motivazioni, visto che già ce ne sono».

Infine Colantuono ha voluto ricordare il suo Cavani, quello che ha allenato a Palermo e che in pochi anni è diventato uno dei migliori attaccanti mondiali, facendo le fortune dei partenopei. «A Palermo gli chiesi di fare l'esterno. Avevo già Miccoli e Amauri, ma non potevo lasciare fuori un giocatore così. Però non lo vedevo come esterno, ma come punta: ho dovuto adattarlo vista la forza degli altri attaccanti che avevo in rosa. Non sente mai la stanchezza: io e il prof (il preparatore atalantino Montesanto ndr) non abbiamo mai trovato un giocatore così: solo Schelotto gli assomiglia per questa qualità. Ricordo che aveva una gran voglia di allenarsi, e il venerdì ci faceva rimanere sul campo per provare i movimenti d'attacco».

Simone Masper

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