«L'ho fatto per l'Atalanta»
Doni spiega il suo comportamento

«Dal punto di vista umano credo che tutto sia partito dalla retrocessione della squadra in B e dal desiderio di riportarla su». Lo ha detto il legale Salvatore Pino spiegando il comportamento di Doni. Argomentazione che torna anche nel verbale dell'interrogatorio.

«Gli inquirenti hanno creato l'atmosfera giusta. Fatti ormai noti, mi riferisco in particolare ad Atalanta-Piacenza, ci si è concentrati soprattutto su questo. Se il gip ha fatto dichiarazioni ha suoi convincimenti, ma non se n'è parlato per nulla. A lui non è stato richiesto di chiamare in correità altri soggetti. Con lui non ho parlato del fatto se ha o meno incontrato gli ultras dell'Atalanta». Sono queste le dichiarazioni del legale di Cristiano Doni, Salvatore Pino, ai microfoni di Radio Sportiva.

Pino ha commentato la posizione del proprio assistito chiarendo anche che «il portatile non era di Cristiano ma della sua compagna, poi è stato sequestrato anche quello di Cristiano ma forse c'è stato un equivoco - ha continuato -. Nonostane fosse il personaggio più noto, credo avesse un ruolo marginale. Ha avuto contatti con Santoni che credo fosse a sua volta in contatto con Buffone, poi se alle spalle di Santoni ci fossero gli altri soggetti indagati nella prima tornata non lo so dire».

Il legale giustifica alla radio anche il comportamento del suo assistito: «Dal punto di vista umano credo che tutto sia partito dalla retrocessione della squadra in B e dal desiderio di riportarla su - ha detto -. Gli si è paventata la possiblità di ottenere risultati facili. Poi indubbiamente delle scommesse ci sono state. Ma sotto il profilo umano, ha specificato che mai nella vita si sarebbe sognato di vendere una partita contro la sua squadra» ha concluso Pino.

Una motivazione che emerge anche dal verbale dell'interrogatorio di Cristiano Doni del 24 dicembre: l'ex capitano ha dichiarato di aver «aderito» «solo per la passione che mi legava alla mia squadra e la speranza di poterla portare all'obiettivo di quella stagione».
«Intendo rispondere e credo che sia giusto anche dinnanzi alla mia squadra e ai tifosi dell'Atalanta - ha esordito Doni nell'interrogatorio di garanzia -. Prima della partita Ascoli-Atalanta Santoni mi disse che tramite il coinvolgimento di giocatori dell'Ascoli ci sarebbe stata più facile una vittoria. In quel momento eravamo in zona alta classifica e io contavo sul passaggio in serie A dell'Atalanta come obiettivo finale del campionato».

Doni ha poi raccontato le combine con Santoni, gli scambi di schede e gli incontri prima e dopo i match, ha infine concluso: «Sono comunque molto dispiaciuto per quanto è accaduto e credo di poter dire che ho aderito a questa iniziativa illecita solo per la passione che mi legava alla mia squadra e la speranza di poterla portare all'obiettivo di quella stagione. Io per l'Atalanta ho giocato sempre con il massimo impegnoe  non ho guadagnato nulla dai fatti che ho raccontato»

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