Il dt Marino sul calciomercato
«Padoin meritava un regalo»

Il direttore dell'area tecnica atalantina Pierpaolo Marino ha tenuto a puntualizzare alcuni aspetti del calciomercato appena finito: «Padoin meritava un regalo, non potevamo dire di no a un giocatore di 28 anni. Comunque l'Atalanta è forte anche senza di lui.

Il direttore dell'area tecnica atalantina Pierpaolo Marino, al termine della presentazione di Riccardo Cazzola, ha tenuto a puntualizzare alcuni aspetti del calciomercato appena finito, facendo un rapido bilancio sui movimenti in entrata ed in uscita, soprattutto riguardo alla partenza di Padoin. Ecco in sintesi i temi trattati dal dirigente nerazzurro.

PADOIN - «Dopo aver vinto a Cesena mi aspettavo un finale di mercato tranquillo. Lunedì alle 12 sono arrivate le telefonate di Marotta, Tinti e Padoin e sapete tutti come è andata. Se il giocatore avesse voluto terminare la carriera a Bergamo il nostro presidente sarebbe stato felicissimo di accontentarlo, ma un giocatore che ha dato tanto all'Atalanta ha il diritto di chiedere a 28 anni questo salto di qualità».

«È stata come la richiesta di un regalo e a questo punto il presidente ha dato il suo ok. Fosse stato un giocatore di 22-23 anni avremmo potuto dire di aspettare, ma a uno di 28 non si può dire di no. C'è capitato di dire no adesso alle richieste di grandi squadre per altri giocatori, perché sappiamo che ci potranno andare in estate. Ho un grande rispetto per Padoin, ma l'Atalanta è una squadra forte per il suo collettivo. Anche quando non c'era lui abbiamo vinto, come in casa con il Cesena».

CAZZOLA - «Non è vero che è il sostituto di Padoin, perché lo stavamo monitorando e siamo andati tutti a vederlo personalmente a Castellammare. È un'operazione anticipata, non fatta con l'acqua alla gola. Quando c'erano altre squadre di A coinvolte, così abbiamo deciso di accelerare e anticipare l'operazione. È un'ottima azione in prospettiva futura».

RIGONI - «Avevamo pensato di prendere anche lui insieme a Cazzola, dando Minotti al Vicenza al posto suo oppure prendere qualche giocatore più pronto. Ci siamo trovati di fronte ad alcune porte chiuse sui principali nomi trattati. In prospettiva è un giocatore importantissimo. Avevamo chiuso per la comproprietà nel pomeriggio di lunedì. La sera siamo stati insieme al procuratore del ragazzo, il quale il giorno dopo sarebbe venuto a firmare».

«Non mi sfiorava nemmeno il dubbio che un giocatore di 22 anni rifiutasse di venire a Bergamo. Rigoni è arrivato in ritardo per spiegarci il suo rifiuto, rimangiandosi la parola: ci abbiamo parlato tutti con lui, ma non c'è stato nulla da fare, perché voleva restare a Vicenza fino alla fine del campionato e arrivare l'anno prossimo. La maniera in cui ha gestito la situazione mi ha fatto pensare: a nessuno di noi piace continuare a corteggiare la stessa donna se è un amore non corrisposto».

BRIGHI E CARMONA - «Ho fiducia nei giocatori che ho già in organico, come Carmona e Brighi. Il cileno è un giocatore che ha ancora margini di miglioramento importante e in A ha dimostrato di poterci stare. È un patrimonio dell'Atalanta e chiedo ai tifosi di dargli una mano. Brighi è un ex Nazionale. Ha avuto questi problemi che non appartenevano al passato, visto che avevamo fatto un contratto in base alle presenze, quindi non è venuto rotto. Si allena a tempo pieno da 2-3 settimane con il gruppo».

ALTRE TRATTATIVE - «Ci abbiamo provato per Marrone della Juventus, ma ci hanno risposto che era numericamente importante per loro. Muntari è stata una mia idea, perché lui mi reputa il suo padre italiano. Il ragazzo è impegnato in Coppa d'Africa, l'Inter era disponibile, ma la trattativa con il Milan era già avanzata. Per Poli sarebbe stata una trattativa difficile, un giocatore fuori dalla portata dall'Atalanta. Ho ricevuto una telefonata dal procuratore di Ferreira Pinto, il quale sosteneva di un interesse del Novara per uno scambio con Porcari. In realtà questo interesse non esisteva, ma l'Atalanta non ha mai pensato di vendere Pinto e non lo ha offerto».

Simone Masper

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