Marilungo sorride ancora
«L'attacco resta in buone mani»

«Grazie a tutti, quando torno darò ancora di più per questa maglia». Guido Marilungo, operato giovedì 22 marzo, ringrazia, sorride, riesce anche a scherzare. In questo momento il suo carattere solare e sempre positivo è anche la sua forza.

«Grazie a tutti, quando torno darò ancora di più per questa maglia». Guido Marilungo ringrazia, sorride, riesce anche a scherzare. In questo momento il suo carattere solare e sempre positivo è anche la sua forza. E Guido è più forte anche del treno che l'ha travolto domenica a San Siro.

Parla da Arezzo poco prima dell'intervento che giovedì 22 marzo gli ha ricostruito il ginocchio destro, racconta il suo dramma, soprattutto spiega come ha fatto a superarlo già a livello mentale. Anche per questo tornerà più carico e forte di prima.

Sembra sereno...
«Io sorrido sempre, anche di fronte a queste cose. Ormai la frittata è fatta, se ti butti anche giù, passi solo sei mesi di m... Perciò cerco di prenderla dal verso giusto. Ed essere sorridente, ridere, scherzare ti aiuta».

Però è stata una bella mazzata.
«Il momento peggiore è stato in campo. Lì l'ho presa male perché mi sono reso subito conto che mi ero fatto male sul serio».

Ricorda quegli istanti?
«Ho sentito il crack e il ginocchio che prima usciva e poi rientrava. Ho capito subito che era grave. Quando lunedì sono andato a fare la risonanza sapevo già cosa mi aspettava».

Più colpa di Lucio, del campo o della malasorte?
«Io dico che è stata una fatalità. Lucio non c'entra, nessuno entra per far male all'avversario. Mi ha sbilanciato un po', ma non sono nemmeno sicuro che mi abbia toccato. Mi sono fatto male da solo, quando ho appoggiato il piede in terra».

Proprio ora che stava disputando un grande girone di ritorno...
«Peccato, stavo giocando con continuità. Ma sono contento di aver dato il mio contributo alla squadra. Ora che si è fatto male anche Denis, toccherà a Gabbiadini e Tiribocchi portarci alla salvezza. L'attacco resta in ottime mani».

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