Ecco il dj Brivio: «Amo la musica
e stimo Belllini, è un esempio»

La zona in fondo gli è famigliare. «I miei hanno la casa a Clusone. Qui ci venivo da piccolo in vacanza» ricorda Davide Brivio. Il suo primo ritiro con l'Atalanta tutto sommato è un ritorno al passato, anche se ora è tutto diverso.

La zona in fondo gli è famigliare. «I miei hanno la casa a Clusone. Qui ci venivo da piccolo in vacanza» ricorda Davide Brivio. Il suo primo ritiro con l'Atalanta tutto sommato è un ritorno al passato, anche se ora è tutto diverso. Obiettivi, sogni, aspettative. E il ritiro non è una vacanza. Ci si sveglia presto e si va presto a dormire perché di giorno si lavora tanto.

La colazione è subito dopo la sveglia delle 8: cereali, yogurt, succo di frutta e caffè. «Devo stare attento all'alimentazione. Io per esempio sono goloso di dolci, ma ci ho rinunciato. Anche a tavola mi piace mangiare, ma sto attento: di solito bresaola o petto di pollo, mi limito molto ma è giusto così».

Dopo la colazione uno sguardo ai giornali: gli sportivi ma non solo «perché mi piace tenermi aggiornato. Niente politica però». Uno sguardo veloce, perché di solito si va al campo presto per l'allenamento delle 10. Ieri però Colantuono ha concesso la mattina libera e dunque c'è un po' più di tempo. Davide ama la musica.

«Aggiorno di continuo la mia playlist: soprattutto R&B e hip-hop, ma mi piace un po' tutta la musica. I miei ex compagni a Lecce mi hanno persino regalato per il compleanno una vera consolle da dj: sto imparando a usarla, però in ritiro non l'ho portata». Il regalo è stato confezionato da Benassi, Tomovic e Jeda, amici prima ancora che compagni di squadra. Con loro è rimasto in contatto e si sente sempre anche durante il ritiro.

Del resto in camera i passatempi sono scontati: musica, pc, letture, oppure si rievocano i tempi delle giovanili con il compagno di stanza che da qualche giorno è diventato Scozzarella. «Insieme abbiamo vinto uno scudetto ai tempi degli Allievi e ci capita di ricordare quei tempi, di parlare dei vecchi compagni. Ora, a distanza di anni, ci siamo ritrovati insieme in ritiro, nella stessa stanza e uno di fianco all'altro anche nello spogliatoio».

Alle 12,30 c'è il pranzo. I posti a tavola sono fissi. Brivio è al tavolo con Ferri, Ferreira Pinto, Frezzolini, Gabbiadini e Lucchini. «Si sta bene, è un bel tavolo. Non mancano le battute. Io mi diverto, sono uno che sa stare allo scherzo. È davvero un bel gruppo. E a me piace mangiare in compagnia. Anche durante l'anno preferisco di gran lunga una cena con gli amici a una serata in discoteca».

Brivio è un ragazzo tranquillo. Lo vedi anche dai piccoli particolari. Il calcio lo ha fatto crescere in fretta. «Forse anche troppo in fretta. A 17 anni mi sono trasferito nel convitto della Fiorentina. Ma andare via di casa molto presto mi è servito, mi ha insegnato a gestirmi anche fuori dal campo, mi ha fatto maturare anche come uomo».

A Lecce poi si è scoperto per caso un gran battitore di punizioni. «È stato veramente un caso. Alla fine degli allenamenti mi fermavo a sfidare Pasquato sui calci piazzati, due o tre volte a settimana. Un giorno ci ha visto il mister e nella gara con il Siena, dopo il 3-1, mi ha detto di provarci: è andata bene. Ma non avevo mai calciato punizioni prima di allora, nemmeno ai tempi del settore giovanile».

Quando guardava e ammirava un certo Bellini. «Lo osservo fin da quando ero piccolo. Ora è ancora un esempio: è sempre il primo ad arrivare al campo, si allena sempre al cento per cento. È stato lui a darmi il benvenuto e ora mi sta dando una mano».

Anche Davide, come il capitano, non vive di eccessi. Le uniche stravaganze sono quattro tatuaggi. «Ma ne ho già altri due in mente. L'ultimo l'ho fatto a marzo, è una frase sul braccio destro: «After all God chooses. Significa che dopo tutto decide Dio. Sono religioso e sono convinto che sia così».

La giornata una volta al campo d'allenamento scivola via in fretta. La cena è alle 20 in punto, poi la sera ci si rilassa soprattutto in stanza. «Anche perché non sono un gran giocatore di carte». Meglio la musica naturalmente, ma anche internet sull'Ipad dove naviga e scarica soprattutto canzoni. «Non ho un profilo su Twitter o su Facebook. Con la gente preferisco avere rapporti diretti, non virtuali».

Su internet progetta i suoi viaggi. «Amo scoprire posti nuovi, adoro l'America e quest'estate sono stato a Los Angeles. Un giorno però voglio andare in Polinesia». Oppure cerca vestiti. «Mi piace la moda e cerco sempre qualcosa di nuovo. A volte esagero anche». Altrimenti tv, fissa su Sky Sport («ma la guardo poco, preferisco staccare») oppure le sue riviste di arredamenti. «È la mia passione. Sogno di arredare la mia futura casa: ora ne vorrei comprare una a Milano».

Ma si è fatto tardi. L'ultima telefonata di giornata è sempre per Giulia, la sua fidanzata conosciuta ai tempi di Vicenza. Senza la sua buonanotte non può andare a letto.

Guido Maconi

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