Comark all'esordio casalingo
Recanati vittima predestinata?

Ci sono tutti i presupposti per brindare al secondo successo consecutivo della Comark, domenica al PalaFacchetti (ore 18) contro Recanati. Incrocerà le dita coach Adriano Vertemati ma la superiorità del roster bergamasco nei confronti di quello avversario è li da vedere.

Ci sono tutti i presupposti per brindare al secondo successo consecutivo della Comark, domenica al PalaFacchetti (ore 18) contro Recanati. Incrocerà le dita coach Adriano Vertemati ma la superiorità del roster bergamasco nei confronti di quello avversario è li da vedere. Signori, la si vuol capire che il presidente Gianfranco Testa, tramite l'operatore di mercato Euclide Insogna, ci ha regalato una squadra che, almeno sulla carta, può, finalmente, ambire a traguardi prestigiosi?

Già una palpabile conferma della potenzialità della squadra è giunta nel gara di esordio a Latina dove capitan Reati e compagni hanno espugnato il parquet laziale con estrema disinvoltura. E a detta dello stesso Vertemati (siamo con lui) la Comark deve ancora migliorare sotto diversi aspetti. Per il momento accontentiamoci delle recenti super prestazioni (quelle di domenica scorsa e delle amichevoli) dei tre conclamati Reati, Perego e Ferrarese e dell'esplosione, non proprio annunciata, del talentuoso Maspero, l'ultimo acquisto di scuola canturina.

Se, poi, aggiungiamo il graduale recupero del pivottone Malagoli e lo scontato apporto in punti di Cazzolato, nutrire dubbi sui possibili traguardi non ci sembra affatto razionale. Recanati, inoltre, capita proprio male visto che dovrà fare i conti anche con una tifoseria sempre più calorosa e organizzata (Ranger in testa). Ad onore del vero, la squadra marchigiana, allenata da Coen, ha sì vinto, al primo round, tra le mura amiche contro l'accreditato Castelletto privo però di un paio di pedine importanti. Il quintetto di partenza dovrebbe privilegiare Perego, Reati, Ferrarese, Malagoli e Maspero. A disposizione Cazzolato, Molinari, Tomasini, Carnevali e Franzoni.

Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA