Morosini, Prandelli: «Tifosi deficienti»
Il sindaco Tosi: «Scuse ai familiari»

«C'è indignazione e imbarazzo nel commentare i fatti di Verona e i cori dei tifosi ospiti contro Morosini: i deficienti vanno isolati». Ecco il commento del ct della Nazionale Cesare Prandelli sui cori intonati contro Piermario Morosini dai supporter del Verona.

«C'è indignazione e imbarazzo nel commentare i fatti di Verona e i cori dei tifosi ospiti contro Morosini: i deficienti vanno isolati». Ecco il commento del ct della Nazionale Cesare Prandelli sui fatti accaduti sabato scorso durante Livorno-Verona, con i cori intonati da alcuni tifosi scaligeri contro Piermario Morosini, il calciatore bergamasco scomparso il 14 aprile per un problema cardiaco durante la partita Pescara-Livorno.

«Mi associo alla risposta determinata data dal sindaco di Verona Flavio Tosi - ha aggiunto Prandelli -, dobbiamo indignarci tutti quanti non solo a livello verbale, ma anche fisicamente: se allo stadio mi trovo vicino a un deficiente che intona certi cori mi alzo e mi sposto, perché queste persone vanno isolate. Credo sia l'unico modo, perché per venti stupidi non possiamo accusare tutta una curva e comportamenti del genere non possono rovinare un evento bello come una partita calcio».

Riguardo ai cori intonati spesso a Firenze contro i tifosi della Juventus che persero la vita nella tragedia dello stadio Heysel nel maggio 1985, Prandelli ha dichiarato che «forse è meglio non parlarne. Ho vissuto cinque anni a Firenze - ha spiegato il commissario tecnico della Nazionale - e fin dall'inizio ho sottolineato che non avrei capito e sopportato certi cori».

«Ho molto insistito in passato per evitare queste cose. Penso si debbano dare dei segnali forti, quando accadono episodi del genere bisogna essere molto più severi che in altre occasioni». Lo ha dichiarato l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni: «Occorre che la Federazione, il ministero dell'Interno, la Lega e le società intervengano per dare segnali forti. Servono interventi molto duri» ha concluso Maroni.

La città e la società del Verona intendono chiedere direttamente scusa ai familiari di Piermario Morosini dopo i cori offensivi di un gruppetto di ultrà scaligeri a Livorno sabato scorso. A esprimere questa intenzione è il sindaco Flavio Tosi: «Finora ho parlato con il presidente del Verona, Setti, se riusciremo ci metteremo in contatto con i familiari di Piermario Morosini per chiedere scusa a nome della città».

«È una questione di limite - spiega Tosi, ribadendo la sua ferma condanna -, lo stadio non è il teatro dell'opera, i cori ci sono, ci sono anche le offese. Le madri degli arbitri, poverine, se ne sono sentite di tutti i colori. Però insultare la memoria di un ragazzo morto tragicamente, tra l'altro una bravissima persona con vicende familiari difficili, è inaccettabile».

«Uno deve capire cos'è lo stadio, cos'è il tifo - aggiunge Tosi -, ma l'insulto gratuito, personale, pesantemente offensivo, questo no. Una persona normale lo capisce, solo uno stupido non lo capisce». Per questo il sindaco di Verona ribadisce l'intenzione di avviare un'azione civile per chiedere il risarcimento dei danni arrecati alla città dagli autori dei cori contro Morosini.

«Un comportamento del genere è inammissibile - avverte -. È giusto che la tifoseria, la squadra, la città condannino questi gesti. La mia prima reazione è stata di rabbia. Adesso aspettiamo che la Digos e la magistratura facciano il loro corso, quando i responsabili saranno individuati con certezza chiederemo loro i danni».

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