Atletica 59, rissa e bufera
Adesso però serve la pace

Il malessere è sfociato in spintoni, gli spintoni in una domanda: che ne sarà del futuro dell'Atletica Bergamo 59 Creberg? Domanda più che pertinente dopo che quella che per tutti doveva essere una riunione di routine si è trasformata in una sorta di saloon.

Il malessere è sfociato in spintoni, gli spintoni in una domanda: che ne sarà del futuro dell'Atletica Bergamo 59 Creberg? Al difficile momento giallorosso va ad aggiungersi un episodio avvenuto durante l'ultimo consiglio direttivo. Venerdì 1 marzo, 21,05, tunnel del Gleno. Quella che per tutti dev'essere una riunione di routine si trasforma in una sorta di saloon quando una divergenza di opinioni fra il presidente Achille Ventura e il tecnico Alberto Barbera, degenera: prima volano parole grosse, poi Ventura tenta di aggredire Barbera a suon di pugni. Attimi di tensione in sala, con i due divisi a fatica da una mezza dozzina di consiglieri.

Da allora, quattro giorni di silenzio assordante, che hanno portato Alberto Barbera a denunciare (anche alla Fidal Nazionale) l'avvenuto con una lettera: «Per me, ma soprattutto per la società in cui milito - dice lui, da 15 anni nel club giallorosso - che non merita di essere rappresentata da gente che si comporta così».

Parole pesanti, dal momento che siamo di fronte a uno dei tecnici d'elitè del panorama orobico e non solo. Ha creato Marco Vistalli (azzurro dei 400), plasmato Hassane Fofana e l'emergente Davide De Marchi: «Ma non è questo il punto, potrei anche essere un signor nessuno - continua -. Le diversità di vedute ci stanno, ma se uno reagisce così, significa che non è all'altezza del ruolo che ricopre».

Ma perché Ventura e Barbera hanno litigato? Ancona, 27 febbraio 2013, partenza della staffetta 4x200 junior. In ultima frazione c'è Davide De Marchi, che pare l'ombra di sé stesso: 23”8 sul lanciato, contro 22”1 di primato personale. Per uno (il presidente) s'è volutamente risparmiato mancando di rispetto alla maglia e agli altri tre compagni di squadra (chiuderanno settimi). Per l'altro (l'allenatore) ha semplicemente evitato il rischio di infortunarsi, perché a quel punto una medaglia era irraggiungibile, e una settimana dopo avrebbe dovuto esordire in nazionale.

Interpellato, Achille Ventura, ha fatto solo parzialmente un passo indietro: «Ho sbagliato, non lo rifarei, ma se devo fare delle scuse le faccio al consiglio - dice lui, 67 anni, presidente da due mesi esatti -. Barbera mi ha insultato pubblicamente e ho provato a strattonarlo, non a dargli un pugno».

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