Addio a Eziogol, lacrime e cori
Ma l’Atalanta ai funerali non c’è

Palmer, il vecchio capo ultrà, è arrivato . «Poche parole, ci resterai sempre nel cuore», scrive sul registro delle condoglianze ai funerali di Bertuzzo «Eziogol», celebrati in Piemonte. Ritireresti la maglia numero 11? Vota il sondaggio

Palmer, il vecchio capo ultrà, è arrivato presto, da solo, pagando il pedaggio alle Autostrade e alla nostalgia. «Poche parole, ci resterai sempre nel cuore», scrive sul registro delle condoglianze quando, qui fuori dalla chiesa di San Mauro Torinese, non c’è ancora nessuno.

Era il leader della Nord di quegli anni, ma nemmeno lui sa spiegare bene perché Ezio Bertuzzo sia diventato prima «Eziogol» e poi uno dei totem di una tifoseria, in barba alle statistiche (poche le reti segnate, in nerazzurro solo un paio di stagioni brillanti ): «Non so dire: era uno di noi, uno del popolo. Era umile, non si montava la testa, usciva con la maglia sudata. E poi dopo i gol veniva sotto la curva a festeggiare e a ringraziarci, senza che noi gli chiedessimo nulla».

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Il funerale di Bertuzzo, è anche questo: facce di antichi tifosi, volti di giocatori che erano figurine tra le mani e ora rispuntano da quel passato modellati dagli anni. Si ritrovano tutti qui, tristi e però felici di essere stati felici a quel tempo. Tavola, Mastropasqua, Schincaglia, Marocchino, Chiarenza, ossia l’Atalanta di Titta Rota. E poi Magrin, l’ex portiere Garella, Domenico Maggiora (ex Roma) e una sfilza di reduci del Toro, la squadra dove Ezio era cresciuto: Zaccarelli, Claudio Sala, Rampanti, Fossati, Cereser, Antonio Comi.

I discorsi calcistici adesso sono applicati alla necrologia e ci si ritrova presto a riflettere sulla velocità con cui finisce una vita. Lo ricorda anche don Aldo Rabino, padre spirituale del Torino: «È successo tutto troppo in fretta, con la malattia che arriva rapidamente, senza preavvisi e colpisce. E allora dobbiamo porci delle domande: cos’è che conta veramente nella vita? Tutti affannati, sempre di corsa: per che cosa? La vita scorre rapida, poi finisce tutto. Conta solo ciò che abbiamo lasciato. Ed Ezio ha lasciato la sua passione per i giovani: è questa la sua vittoria più bella».

È un pugno nello stomaco notare che manca quello dell’Atalanta. Eziogol, un pezzo di storia nerazzurra, il bomber per il quale si è speso più spray sui muri della città: nemmeno un dirigente o dei ragazzi in tuta, e per di più all’indomani delle dichiarazioni del presidente Percassi che s’è detto addolorato per aver perso un amico. Da Zingonia ieri hanno fatto sapere che la presenza dei dirigenti, in programma, è sfumata per un imprevisto e che domenica allo stadio, oltre al minuto di silenzio, ci saranno iniziative per commemorarlo. Speriamo, perché è stata davvero una figuraccia.

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