Atalanta, un disastro al Comunale
Quarto ko di fila contro il Genoa: 0-2

Un’Atalanta totalmente inefficace in attacco è stata colpita nel finale dal Genoa che ha segnato al 34’ st con Dzemaili e al 36’ st con Pavoletti espugnando per 2-0 il Comunale di Bergamo e infliggendo ai nerazzurri il quarto ko consecutivo in campionato. Fine del girone d’andata a quota 24 punti per i bergamaschi, undicesimi e a +9 sul Frosinone terzultimo.

ATALANTA-GENOA 0-2

RETI: 34’ st Dzemaili, 36’ st Pavoletti.

ATALANTA (4-3-3): Sportiello 6; Bellini 6 (36’ st Monachello 6), Toloi 6, Paletta 5,5, Brivio 6; Grassi 5,5 (26’ st Migliaccio 6), Cigarini 6,5, Kurtic 5,5 (38’ st Estigarribia sv); D’Alessandro 5, Denis 5, Gomez 5,5. In panchina: Bassi, Radunovic, Stendardo, Cherubin, Masiello, Conti, Dramè, Ranieri. All. Reja.

GENOA (3-5-2): Perin 6; Munoz 6, Burdisso 6, Izzo 6; Ansaldi 6, Rincon 6,5, Rigoni 6 (24’ st Dzemaili 6,5), Tachtsidis 6, Laxalt 6,5, Suso 5,5 (1’ st Capel 6,5), Pavoletti 6,5. In panchina: Lamanna, Donnarumma, De Maio, Marchese, Ncham, Lazovic, Pandez, Gakpé. All. Gasperini.

Arbitro: Guida di Torre Annunziata 6,5.

La fase ascendente del campionato si è dunque conclusa in modo molto negativo per l’Atalanta che ha rovinato un po’ quanto aveva costruito nel corso del primo scorcio di stagione. Il match contro il Genoa è stato assolutamente da dimenticare. È sembrato che alle due squadre andasse bene lo 0-0 per spezzare la serie di scoppole di fila (il Genoa ne doveva gestire addirittura cinque) e invece il Grifone nella ripresa è cresciuto quel tanto da creare qualche problema ai bergamaschi e con un tremendo e improvviso uno-due ha steso l’Atalanta.

Raccontiamo subito i due gol: al 34’ st un traversone da sinistra di Rincon è stato deviato in rete da una girata di Dzemaili, Sportiello è stato soltanto in grado di toccare la sfera, ma non di respingerla, ma del resto il tiro era violento e da distanza abbastanza ravvicinata. Sono trascorsi 2’ e Laxalt è avanzato in contropiede sulla sinistra regalando un bell’assist a Pavoletti che, sul fallito intervento in scivolata di Paletta, ha infilato la porta bergamasca.

Il match è finito praticamente lì, Reja ha inserito Monachello per Bellini al 36’ st ed Estigarribia per Kurtic al 38’ st nel disperato tentativo di rimontare, ma ormai era troppo tardi. Monachello perlomeno ha tirato due volte in porta (fuori da posizione invitante al 43’ st e bella parata di Perin al 48’ st), mentre in precedenza la produzione offensiva dell’Atalanta era stata pari a zero. Anche il Genoa ha avuto due chance per triplicare, al 46’ st con Rincon e al 47’ st con Capel, per loro mira lievemente imprecisa.

È successo tutto nel quarto d’ora finale, perché prima - come abbiamo già accennato - avevano assistito a una partita di una pochezza sconcertante. Fino al primo gol del Genoa avremmo dato senza voto ai due portieri, perché l’Atalanta non aveva costruito assolutamente nulla, mentre perlomeno il Grifone due palle-gol le aveva create (tiro di Rincon deviato da Cigarini sulla traversa al 47’ pt e salvataggio di Brivio su deviazione quasi a colpo sicuro di Capel al 29’ st), ma Sportiello non era dovuto intervenire.

Fino al primo gol avremmo bocciato tutto l’attacco bergamasco, censurato il centrocampo ad eccezione di Cigarini (il miglior nerazzurro) e promosso la difesa che aveva ben tenuto e soprattutto Toloi aveva annullato il temibile Pavoletti. Invece il patatrac nel finale ha inevitabilmente inficiato anche il rendimento del reparto arretrato che è stato comunque il meno peggiore della squadra.

Il problema maggiore per l’Atalanta è stato indubbiamente la fase offensiva. Denis non s’è praticamente mai visto, troppo scarso il suo apporto, D’Alessandro non ne ha combinata una giusta e pure Gomez, che ha tentato qualcosa per cambiare l’inerzia del match, si è espresso al di sotto delle sue potenzialità. Non è stata soltanto colpa loro perché anche il centrocampo ha commesso molti errori ed è stato abbastanza confusionario. Indubbiamente la squadra sta dimostrando di soffrire la partenza di Moralez e a fine partita sono piovuti anche fischi.

Tatticamente è stata una sfida molto bloccata, il Genoa era disposto con un 3-5-2, modulo molto indigesto per l’Atalanta, che peraltro non ha destabilizzato la squadra nerazzurra, fedele al suo 4-3-3, anche perché il 3-5-2 rossoblù si trasformava subito in 5-3-2 in fase difensiva. Con un avversario così prudente, l’Atalanta ha stentato molto nello scovare varchi utili e nel primo tempo, nel quale ha avuto la superiorità nel gioco, ha partorito soltanto due mezze palle-gol, al 6’ pt con un’incornata imprecisa di Grassi su cross di Cigarini da sinistra e al 15’ pt con un servizio di Denis a centroarea sul quale il Genoa si è salvato. Nella ripresa, al di là dell’arrembaggio finale, vuoto cosmico dell’Atalanta che si è affievolita anche fisicamente, ha concesso un po’ di campo al Genoa ed è stata castigata inesorabilmente.

Sabato sfida di prestigio, ancora al Comunale, contro l’Inter, reduce dal ko a San Siro contro il Sassuolo a causa di un rigore incassato al 95’ da Berardi e non più in vetta. Sarà un duello ad alta tensione e si dovrà rivedere la vera Atalanta per non registrare una nuova caduta.

Marco Sanfilippo

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Atalanta in campo al Comunale di Bergamo contro il Genoa per l’ultima giornata del girone d’andata di serie A. I nerazzurri sono reduci da tre ko consecutivi di campionato, il Genoa addirittura da cinque, per cui è un match delicato, soprattutto per il Grifone, quartultimo, mentre i bergamaschi vincendo potrebbero balzare alla quota record di 27. Nessuna sorpresa nello schieramento nerazzurro, anche perché non ci sono moltissime alternative. In difesa si rivede la coppia centrale Paletta-Toloi con Bellini a destra e Brivio a sinistra, a centrocampo (orfano dello squalificato de Roon) c’è Cigarini in cabina di regia supportato da Grassi e Kurtic, mentre l’attacco è confermato con Denis punto di riferimento centrale (Pinilla è sempre ko) con D’Alessandro e Gomez sulle corsie laterali nel consueto 4-3-3 di mister Reja. Genoa con il 3-5-2, i neorinforzi Rigoni e Suso e il temibile Pavoletti in attacco.

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