Locatelli prepara il Mondiale:
«Partecipare è già un sogno»

Dopo un quadriennio senza bergamaschi nel Mondiale, salvo apparizioni occasionali, il 2014 vedrà nuovamente al via dell’intera stagione un pilota orobico. A rompere l’astinenza sarà Andrea Locatelli, diciassettenne di Selvino .

Dopo un quadriennio senza bergamaschi nel Mondiale, salvo apparizioni occasionali, il 2014 vedrà nuovamente al via dell’intera stagione un pilota orobico. A rompere l’astinenza sarà Andrea Locatelli, diciassettenne di Selvino reduce dalla conquista del campionato italiano velocità, classe Moto 3.

Il seriano non ha rimediato un ingaggio qualunque, ma è stato messo sotto contratto dal San Carlo Team Italia. Che, per i meno esperti in materia, è la squadra allestita dalla Federmoto per coltivare i giovani talenti e che, oltre a Locatelli, vanta in Moto3 solo un altro pilota, Matteo Ferrari. Un riconoscimento delle qualità del selvinese, studente al quarto anno delle superiori.

Che effetto fa essere un pilota del Team Italia?

«Sono molto contento, anzitutto di essere uno dei 32 piloti del Mondiale della Moto3. Ma la gioia in più deriva dal ruolo dei portacolori del team italiano».

Come direttore sportivo avrebbe dovuto avere Doriano Romboni, vittima di un incidente mortale al Sic Day. Lo conosceva?

«Ci siamo visti per la prima volta quando abbiamo fatto i test in Spagna. Partimmo insieme da Milano, era una persona alla buona, con cui sono entrato subito in confidenza. Sono sicuro che ci avrebbe potuto aiutare molto».

Cosa pensa del suo incidente?

«Anche se è vero che usava quella moto per la prima volta, credo che sia stata una fatalità. Dobbiamo credere nel destino».

Il suo ruolo è stato ereditato da Virginio Ferrari. Vi siete già parlati?

«Mi è stato presentato da Alfredo Mastropasqua, Coordinatore nazionale della velocità e responsabile del Team Italia. Virginio è un personaggio ed è disposto a darci preziosi consigli. Mi ha già suggerito di prepararmi al meglio perché secondo lui otterremo buoni risultati».

Guiderà ancora una Mahindra, come nel 2013. È un vantaggio?

«Forse sì ma ci sarà da lavorare lo stesso perché devo conoscere tutte le piste del Mondiale. Per ora le sto studiando al computer, guardando i video onboard per cercare di capire le distanze».

Qual è stato il primo passo dell’appartenenza al Team Italia?

«Ho partecipato a una tre giorni all’Acqua Acetosa a Roma dove abbiamo fatto test fisici per valutare la forza di gambe e braccia e scattato le foto ufficiali della squadra».

Come sono andati i test?

«Da ciò che mi hanno detto non sono messo male, anche perché ho sempre curato con attenzione la preparazione: in palestra con Eros Grazioli e a casa con il mio compaesano Livio Magoni (responsabile della nazionale femminile di sci, ndr)».

Cosa ha fatto negli ultimi mesi dopo la vittoria del campionato italiano?

«Ho usato molto la moto da enduro ma adesso l’ho messa da parte per non rischiare di farmi male in vista dei test di febbraio in Spagna. Mi dedicherò di più alla parte fisica, alternando corsa, bici e nuoto».

Nel 2011 ha vinto il Trofeo Moriwaki 250, nel 2012 il Trofeo Honda Nsf 250R e nel 2013 l’Italiano. Cosa si aspettiadi vincere quest’anno?

«C’è poco da vincere perché nel Mondiale il livello è altissimo. La mia vittoria sarà impegnarmi al massimo per mettermi in mostra e farmi apprezzare, così da correre il Mondiale anche nel 2015».

L’obiettivo dell’annata?

«Non saprei, non ci ho ancora pensato. Entrare nei primi dieci in qualche gara non sarebbe male perché all’esordio ci sono riusciti in pochi. A livello di campionato vorrei concludere nei primi quindici ma non sarà facile».

Crede che sia fattibile?

«Difficile dirlo, al momento non abbiamo riferimenti. Solo dopo i primi test collettivi sapremo a che livello è la nostra moto e quelle avversarie».

Intanto è uno dei pochi arrivati al Mondiale. Cosa vuol dire?

«Già partecipare rappresenta il coronamento di un sogno. Finora è andato tutto come aveva previsto il mio agente Yuri Danesi. Un anno fa mi disse “vincerai l’Italiano e nel 2014 sarai al via del Mondiale”. Merito della mia famiglia che mi ha sostenuto per anni e anche di Mahindra che mi ha dato un’ottima moto per il Civ e che spero si ripeterà per il Mondiale».

Cosa cambierà nel passaggio dall’italiano al Mondiale?

«Al Mondiale bisogna essere più in forma possibile e avere tanta fame. Devi dare tutto, senza alcun timore e impegnarti a fondo anche nelle qualifiche. Nel campionato nazionale, in prova ciascuno girava per conto suo mentre nel Mondiale, per abbassare i tempi sul giro, bisogna affidarsi ai trenini».

Con tante trasferte ne risentirà la scuola?

«Studio meccanica al Patronato San Vincenzo di Clusone e finora non ho avuto problemi, anche se ho perso diversi giorni di lezione. Ma ne perderò almeno altrettanti e questo può essere un’incognita. Secondo il Coni, in quanto pilota del Mondiale, dovrei ottenere una sorta di giustificazione per una cinquantina di giorni di assenza. Ma ad oggi non ho visto nulla».

Cosa si aspetta dal 2014?

«Non so come andrà, spero bene. Io cercherò di farlo andare per il meglio».

Giovanni Cortinovis

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