I pascoli del Parco della Maiella a seminario internazionale

(ANSA) - SULMONA, 12 GIU - Può vantare oltre vent'anni di esperienza nella gestione dei pascoli, con attività tese a favorire la coesistenza tra attività zootecniche e presenza di carnivori protetti, il Lupo appenninico e l'Orso bruno marsicano, in un'area con grande tradizione di allevamento, soprattutto ovino e caprino: è il Parco Nazionale della Maiella, la cui area, estesa nelle province di Pescara, Chieti e L'Aquila, è oggi sottoposta a graduali processi di abbandono dei territori rurali e di significativo decremento proprio del patrimonio zootecnico.

Degli studi alla base delle esperienze gestionali dei pascoli del Parco si è parlato a Linguaglossa (Catania) al XV seminario internazionale "Biodiversity Management and Conservation - plant ecology and conservation in the Mediterranean area", curato dal Dipartimento di Scienze Biologiche, geologiche e ambientali dell'Università di Catania, che si è concluso sabato 10. Il direttore del Parco della Maiella, il botanico Luciano Di Martino, nella sua relazione ha ricordato il sistema di indennizzo per i danni al bestiame, ormai standardizzato ed efficiente, la pianificazione e attuazione di sistemi di prevenzione "personalizzati", lo sviluppo di programmi di assistenza sanitaria e gestionale per gli animali al pascolo. Il rapporto ormai consolidato tra Parco e allevatori ha posto le condizioni per l'avvio di uno studio del valore pabulare dei pascoli e per la realizzazione di linee guida per la gestione zootecnica e la conservazione dei rispettivi habitat della direttiva 43/92/CE. Nel 2019, inoltre, è stato avviato, in collaborazione con l'Università di Perugia, il progetto di ricerca, "Studio del valore pabulare dei pascoli e linee guida per la gestione e la conservazione degli habitat 6170-6210-6230-6510 dell'Allegato I della Direttiva 43/92/CEE nel Parco Nazionale della Maiella", finalizzato a coniugare conservazione e produzione zootecnica sostenibile. Le indagini floristiche, vegetazionali, cartografiche - anche mediante immagini satellitari - e zootecniche su tali habitat forniranno la base scientifica, all'interno dei piani di gestione dei Sic, per una corretta conduzione dei pascoli nel territorio del Parco, attraverso l'individuazione delle migliori strategie di produzione sostenibile e il supporto tecnico alle nuove o alle rinnovate aziende di montagna, riportando l'attenzione della pubblica opinione sul ruolo ecologico della zootecnia sostenibile e sul valore culturale dell'allevamento. (ANSA).

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