Dal pedone col rosso al carro allegorico
Quando la multa fa discutere

Dura lex, sed lex. E che sia dura lo sanno bene gli autori del «veliero» multato dopo la sfilata di Mezza Quaresima: 2400 euro di sanzione per 62 centimetri di troppo in altezza.

Da pirati per scherzo a pirati «della strada», almeno secondo l’agente della Polizia locale che ha estratto il verbale di fronte agli occhi stupefatti di capitan Uncino. «Corpo di mille balene», colpa di quel maledetto pennone su cui batteva il Jolly Roger. L’agente, fin troppo vigile, non poteva fare altrimenti. Nemmeno mettersi una benda sull’occhio come suggerito dal moltissimi lettori che domenica hanno commentato la notizia sul sito de L’Eco.L’assessore alla Sicurezza Sergio Gandi l’ha ribadito: «Le norme valgono per tutti e devono essere rispettate. Gli agenti hanno soltanto fatto il loro dovere. A chi s’indigna, chiedo: e se fosse accaduto un incidente? Se qualcuno si fosse fatto male, o anche peggio? Allora ci sarebbe stata una simile corsa agli appelli al buon senso? Troppo facile liquidare la questione con l’idea che il Comune voglia “fare cassa” a tutti i costi». 

E che il codice della strada non contempli il buon senso si può capire da tanti altri casi accaduti in provincia di Bergamo negli ultimi anni.Poco meno di un anno fa, ad esempio, è scoppiato il caso a Gorle dopo che il Comune ha deciso di vietare ai runners di correre al Baio. Polemiche a non finire, ma il sindaco Giovanni Testa aveva la legge dalla sua: «L’art. 190 del Codice della strada vieta ai pedoni di circolare sulla sede stradale ove transitano i veicoli: tale obbligo discende dalla legge e tutti sono tenuti a rispettarlo. Chi non lo rispetta verrà sanzionato, come giusto che sia per chiunque viola una legge, in particolare per coloro che utilizzano la sede stradale come fosse una pista di atletica».

A Casirate invece l’amministrazione ha deciso di bandire i pastori: multa da cento a un massimo di 600 euro a chiunque faccia pascolare pecore sul territorio comunale.Sempre nella Bassa un pedone è stato protagonista di un caso che a dicembre 2015 non ha mancato di scatenare un putiferio. La Polizia locale di Caravaggio ha multato un uomo che stava camminando sulla pista ciclabile. Inavvertitamente, ha urtato con il proprio zaino un ciclista che, dopo essere caduto, ha chiesto l’intervento degli agenti. Che di fronte all’accaduto, per non correre il rischio di subire una denuncia per omissione di atti di ufficio, hanno dovuto procedere con la sanzione. Anche qui, dura lex.

Nel 2009 invece è toccato a un ciclista ricorrere a tutta la sua pazienza di fronte al blocchetto di un agente della Polizia locale in via Baioni.Una domenica pomeriggio d’agosto, con le strade deserte, è passato con il rosso e la paletta si è alzata istantaneamente: 150 euro di multa e cancellazione di sei punti, poi tolti dal giudice di pace perché, in effetti, per pedalare non serve l’esame della patente.

Niente sconti invece per il capostipite dei multati da copertina, Antonio Materi, giornalista del quotidiano «Il Giornale». A ottobre 2005 attraversò con il rosso in via Tiraboschi, in pieno centro a Bergamo: 35 euro per violazione dell’articolo 191 del codice della strada, con tanto di ramanzina da parte del vigile. «Non è il primo pedone che viene multato e non sarà nemmeno l’ultimo» – profetizzò all’epoca Massimo Chizzolini, allora comandante della Polizia locale di Bergamo. E se la storia si ripete forse meglio tenere gli occhi aperti, anche quando si solcano le onde con il veliero dei pirati.

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