Donna uccisa da un ossicino in gola
Due medici a processo a Chiari

Quattro anni fa Rosa Pesenti, 54enne di Calcio, ha perso la vita dopo cinque mesi di interventi per colpa di un frammento osseo incastrato tra esofago e aorta.

Una donna morta, dopo due interventi e cinque mesi di inferno, e due medici a processo con l’accusa di omicidio colposo.

Tutto per un frammento osseo di quattro millimetri. Tutto a causa di un ossicino di un uccellino servito insieme ad altri pezzi di spiedo rimasto incastrato tra l’esofago e l’aorta, capace di perforare entrambi, ma soprattutto di sottrarsi alla caccia che i medici dell’ospedale di Chiari e del Papa Giovanni di Bergamo gli hanno dato per diverse settimane.

Il prossimo 30 maggio, quattro anni dopo il decesso di Rosa Pesenti, così si chiamava la sfortunata 54enne di Calcio che ingoiò la scheggia, avrà inizio il dibattimento a carico di due medici del «Mellino Mellini» di Chiari accusati dal sostituto procuratore Carlo Pappalardo di non aver gestito correttamente la paziente, provocandone la morte per colpa.

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