Gli agguati di Dalmine e Zingonia:
il comune denominatore è la droga

L’omicidio del trentenne marocchino a Zingonia e il ferimento degli albanesi a Dalmine sono episodi del tutto distinti e non correlati tra loro, come si sono affrettati a spiegare gli inquirenti.

Ma alle spalle di entrambi c’è un unico comune denominatore: la droga. Sia l’agguato mortale di mercoledì sera a Zingonia che la rissa tra albanesi scoppiata a Sforzatica di Dalmine meno di due giorni dopo avrebbero come vittime e protagonisti stranieri coinvolti nell’attività di spaccio di stupefacenti, non solo al dettaglio.

Si tratterebbe dunque di due regolamenti di conti tra bande, avvenuti in mezzo alla strada. Nel caso di Sforzatica, infatti, i carabinieri di Treviglio hanno trovato e sequestrato un pacchetto contenente addirittura un chilo di cocaina.

Era stato lanciato durante la rissa avvenuta alle 14,30 in via Guzzanica e recuperato all’interno della recinzione – dov’era atterrato – di una cabina elettrica all’angolo con via Vailetta. Non solo.

Durante la successiva perquisizione di un appartamento di via XXV Aprile, i carabinieri hanno trovato uno zaino contenente denaro contante per ben 220 mila euro. Ora gli inquirenti – coordinati dal sostituto procuratore Maria Cristina Rota – stanno cercando di chiarire le circostanze dei due sequestri, necessariamente collegati tra loro.

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