L’inchiesta sulle tangenti lombarde
Coinvolti anche due bergamaschi

Un trevigliese all’obbligo di firma per un presunto finanziamento illecito a Fratelli d’Italia. Indagato a piede libero l’amministratore di una società di Grumello del Monte: secondo gli inquirenti sarebbe coinvolto in una tentata turbativa d’asta.

C’è anche un presunto finanziamento illecito di diecimila euro a Fratelli d’Italia tra le accuse mosse dalla Dda di Milano all’imprenditore Daniele D’Alfonso, finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pubblici che ha fatto emergere «due sodalizi criminali, attivi nelle province di Milano e Varese, costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori».

Dietro il finanziamento illecito ci sarebbe un imprenditore originario di Treviglio, A. G. In piena campagna elettorale 2018 l’uomo – secondo gli inquirenti amministratore di fatto di una società di bonifica e risanamento ambientale per cui è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria tutti i giorni tranne la domenica – intendeva finanziare la campagna elettorale del partito di Giorgia Meloni, ma non voleva figurare come finanziatore. Per questo, avrebbe chiesto a D’Alfonso di curare le modalità di esecuzione del finanziamento.

C’è anche un altro indagato (in questo caso a piede libero) bergamasco: si tratta di C.S., 48 anni, originario di Ponte San Pietro, amministratore di una società di Grumello del Monte. Sarebbe coinvolto in una tentata turbativa d’asta in una gara per l’appalto del teleriscaldamento a Milano indetta da A2A dell’importo di 5 milioni di euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA