Addio all’ex giudice Galizzi: «Un riferimento per la città»

LA SCOMPARSA . Fratello dell’ex sindaco e dell’ex procuratore capo, si è spento a 79 anni. Si occupò sempre di Civile. Tacchini: «Grande giurista».

Dell’uomo e del magistrato rimarrà il ricordo «della serietà, dell’equilibrio e della competenza non comune». Paolo Maria Galizzi, a lungo giudice del tribunale di Bergamo, riferimento storico nell’ambito del Civile, s’è spento domenica mattina, 4 giugno, all’età di 79 anni. Fratello di Gian Pietro, sindaco di Bergamo dal 1990 e 1995 scomparso nel 2012, e di Adriano, procuratore capo di Bergamo dal 2004 al 2010, Paolo Galizzi nacque in una data di per sé storica: l’8 settembre 1943, il giorno dell’annuncio dell’armistizio di Cassibile. «Amava scherzare su quella data, perché tutti erano incollati alla radio ad ascoltare la notizia», ricorda con un sorriso malinconico l’avvocato Ettore Tacchini, già presidente dell’Ordine di Bergamo, legato da una profondissima e duratura amicizia.

Una carriera nel Civile

A Bergamo Paolo Galizzi ricoprì diversi incarichi, sempre nel Civile, fino a quello di vicario del presidente del tribunale; chiuse il proprio percorso come presidente vicario della Corte d’appello di Brescia, e dopo la pensione si impegnò nella Commissione tributaria provinciale di Bergamo. «Galizzi è stato davvero un grande giurista, contraddistinto da una forte capacità di vivere il diritto – rimarca Tacchini, che insieme al magistrato ha frequentato le scuole medie e il liceo Sarpi in città, poi il Collegio universitario Ghislieri di Pavia -. Siamo stati amici per tutta una vita». Le memorie rimangono indelebili, intrecciando le sfumature personali a quelle professionali: «Gli fu concesso di laurearsi in anticipo, nel 1966, per permettergli di partecipare al concorso di magistratura – prosegue Tacchini -: fu possibile per le sue qualità non comuni». Qualità coltivate con uno studio costante, sin da quegli anni universitari: suo relatore per la tesi di laurea fu Virginio Rognoni, che accanto alla docenza accademica sviluppò una carriera politica di primissimo piano, divenendo – tra i diversi ruoli – ministro dell’Interno (1978-1983) e della Giustizia (1986-1987).

«Magistrato eccezionale»

«Grande rigore e acuta intelligenza» sono i tratti di Galizzi sottolineati da Laura D’Urbino, già giudice nel Civile al tribunale di Bergamo: «È stato un magistrato eccezionale per competenza: serio, affidabile, profondo conoscitore del diritto. Per Bergamo è stato di fatto per lunghi anni il giudice delegato ai fallimenti, diventando un punto di riferimento per la città per quel che riguarda le procedure concorsuali». Un’istituzione, in quel campo: Galizzi fu ad esempio, nel corso degli anni, uno dei più stretti collaboratori di Giorgio Brignoli, anch’egli a lungo giudice civile a Bergamo, poi anche procuratore capo, scomparso due anni fa. Paolo Galizzi, che viveva in via Brigata Lupi e che negli ultimi anni aveva trovato cura presso la Fondazione Carisma, lascia i figli Silvia e Matteo; l’ex magistrato era sposato con Elisabetta. I funerali si svolgeranno martedì mattina, 6 giugno, alle 10.30 nella Parrocchia di San Alessandro della Croce.

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