Benzinai, cali di fatturato dal 50 al 70%
«Settore in affanno, servono aiuti»

Coronavirus e zone rosse, la categoria confida in sgravi o contributi, o di rientrare nel Decreto Ristori-ter.

I benzinai sono aperti e continuano a garantire con il loro servizio essenziale la mobilità, ma fanno i conti con un crollo del fatturato dal 50 al 70 per cento. Per questo la categoria, attraverso la Federazione nazionale Figisc Confcommercio, confida in sgravi o contributi, o di rientrare nel Decreto Ristori-ter di prossima emanazione. «Con il primo lockdown abbiamo rifornito mezzi di soccorso, forze di polizia, medici e personale sanitario, dando in qualche modo il nostro contributo con assistenza stradale e rifornimento assistito di gpl e metano - commenta Renato Mora, presidente del Gruppo Benzinai e distributori carburante Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere nazionale Figisc - . Le nuove restrizioni nelle aree rosse, stanno producendo effetti simili al primo lockdown, con un crollo di fatturato del 50% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale». La categoria, che lavora su margini estremamente risicati, al netto di imposte, accise e royalties, è in grande difficoltà: «Ad aprile abbiamo beneficiato di un contributo in base al reale calo di fatturato, ora confidiamo in un aiuto, dai contributi figurativi, già previsti per fare fronte alla prima fase emergenziale, a scostamenti nel pagamento delle tasse o ristori - continua Mora -. Il prossimo mese, in quest’anno terribile, molti di noi faticheranno a pagare tredicesime e tasse. Sta diventando sempre più difficile mantenere i propri impegni e il malcontento è davvero generale».

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