Bergamo, allarme lavoro precario
Almeno 4000 la partite Iva «strane»

Considerati anche gli indici statistici nazionali, la Cisl ipotizza che circa 2.500 di queste partite I.V.A. non siano «genuine» ed almeno altre 1.000 siano per così dire in «zona grigia». Guido Fratta, riconfermato segretario provinciale Felsa: «Si tratta dell’ultima inquietante frontiera in cui all’assenza di un qualsiasi diritto lavorativo fa eco l’imputazione totale del costo contributivo e fiscale a carico del lavoratore».

Il 73% degli avviamenti nel 2015 non comprende il tempo indeterminato. Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio provinciale, sul territorio di Bergamo si trovano circa 95.000 «lavoratori indipendenti» su un totale di 457.000 occupati. Di questi 46.731, figurano come imprese individuali attive (artigianato e commercio), mentre la parte restante, e cioè 39.000 lavoratori si divideva tra professionisti ( iscritti ad ordini ed albi) ed altri freelance.

Guido Fratta, riconfermato al vertice di FELSA CISL Bergamo, e quindi membro del coordinamento regionale della categoria che segue i lavoratori atipici lancia l’allarme: «È tra questi lavoratori che è opportuno non dimenticare i tanti, troppi, giunti da noi dopo avere aperto una posizione che non presenta, neppure lontanamente i connotati del lavoro autonomo: le cosiddette false partite I.V.A., caratterizzate da committenze uniche, vincolo di orario e postazione fissa e suddivise tra immobiliare, edilizia, servizi informatici, sanità, grafica, comunicazione, trasporti e corrieri, come anche nell’ambito fisioterapico e paramedico e talvolta persino negli studi. Ebbene, considerati anche gli indici statistici nazionali , possiamo ipotizzare che circa 2.500 di queste partite I.V.A. non siano “genuine” ed almeno altre 1.000 siano per così dire in “zona grigia”. È l’ultima inquietante frontiera, quella in cui all’assenza di un qualsiasi diritto lavorativo fa eco l’imputazione totale del costo contributivo e fiscale a carico del lavoratore».

«Anche tra gli atipici sta crescendo l’esigenza di avere una solida rappresentanza e dei punti di riferimento». La conferma arriva anche dai numeri a livello nazionale: a gennaio, in sole tre settimane, sono stati 7mila i lavoratori del settore che hanno approvato la piattaforma contrattuale delle agenzie di lavoro. Cifre significative per una categoria frammentata e, per ovvi motivi, di non facile sindacalizzazione. Ma qualcosa, appunto, sta cambiando. «In un mondo del lavoro sempre più liquido, è fondamentale la presenza del sindacato. Oggi è importante arrivare a contratti sempre più lunghi, che garantiscano la continuità occupazionale. I contratti di più breve durata vanno penalizzati economicamente. Noi ci mettiamo la faccia. Sempre».

«Atipico sarai tu!» è lo slogan dell’assemblea congressuale bergamasca . E infatti, non è più così difficile incontrare lavoratori che con il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, che per legge dovrebbe essere la forma comune di rapporto di lavoro, hanno poco a che fare. Nel 2015 (ultimo dato disponibile) gli avviamenti complessivi di personale non autonomo in provincia di Bergamo ammontano a 142.261 unità. Di queste, soltanto il 27% (38.895) era a tempo indeterminato (“dato certamente ridimensionato per il 2016”, aggiunge Fratta) e ben il 73%, e cioè 103.366, nelle altre forme non standard. Tra queste, oltre ai 53.000 contratti a termine e agli apprendistati, ci sono stati 27.188 avviamenti in somministrazione, 4.852 parasubordinati, 4.491 tirocini. Oltre ai 2.909.169 voucher staccati (anno 2016) . «E si tratta ormai di una tendenza consolidata nel tempo. A tutte queste categorie di lavoratori poco o per nulla tutelate ,FELSA Bergamo si rivolge oggi e per l’avvenire, avendo marchiato nel proprio DNA il desiderio di proteggerli e rappresentarli, affinché non debbano vivere nell’incertezza e nella paura quella straordinaria esperienza di crescita umana e sociale che è il lavoro».

Infatti, la FELSA orobica, 1500 iscritti e diverse centinaia di contatti avuti nel corso del 2016 nelle sedi sindacali della provincia, «è la prova evidente della volontà forte in Cisl di non subire, ma neppure di contrastare aprioristicamente il cambiamento; semmai di tentare di governarlo sulla base dei compiti che le sono affidati, per aiutare giovani e non solo a passare dalla precarietà alla buona flessibilità». Una politica che inizia a pagare. Sul territorio bergamasco, FELSA CISL ha convocato alcune assemblee per la presentazione della piattaforma. I lavoratori coinvolti, che pure hanno un naturale timore a riunirsi in contesti sindacali, hanno dimostrato interesse ed attenzione. «Abbiamo così potuto sperimentare quanto elevato sia il bisogno di orientamento di questi operai ed impiegati che vivono il disagio di trovarsi in un contesto aziendale del quale non sono parte integrante perché dipendenti di un altro datore di lavoro. Siamo soddisfatti di sapere che, almeno sul territorio bergamasco ed in riferimento alla contrattazione di secondo livello, molti colleghi si stanno impegnando a promuovere quella parità di trattamento che deve riguardare anche i Premi di Produttività e le indennità aggiuntive».

«Il nostro sportello sindacale ha svolto una costante attività di controllo dei cedolini, e dei contratti, ha istruito vertenze ha consentito di assistere taluni operai ed impiegati di agenzia che hanno subito il fallimento del proprio datore, fenomeno quasi sconosciuto fino a tre anni fa. Mi sto riferendo a Maxwork, crollata per gravissimi illeciti e danni all’erario, e molto più di recente a Trenkwalder, chiusa nell’ottobre scorso. In questi specifici casi, per decine e decine di persone, siamo intervenuti con azioni individuali finalizzate a recuperare le retribuzioni presso gli utilizzatori, ma anche alla trattativa con Confindustria e Confimi». Il lavoro consulenziale e vertenziale di FELSA Bergamo ha consentito negli ultimi 4 anni di affrontare numerosi casi di falsa collaborazione, specie in settori come quelli dell’assistenza familiare (badanti), delle pulizie (“ricordo che un progetto cosi recitava “ per la pulizia di un numero non determinato e non determinabile di camere d’albergo”), e di alcuni uffici, agendo con richiesta di differenze retributive e contributive. «A questi lavoratori, non soltanto under 35, continuiamo a dire che non sono soli – conclude Fratta-, che siamo accanto a loro e che qualora vi sia anche il minimo appiglio per potere agire lo facciamo e lo faremo perché la difesa dei più deboli e la lotta alle ingiustizie appartengono a FELSA Bergamo, come parte integrante della sua esistenza».

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