Borgo Santa Caterina, orari ridotti dal Comune ma il bar vince il ricorso

IL CASO. Il locale si era appellato al Tar contro l’ordinanza che limitava l’apertura serale: dopo un anno è arrivata la sentenza a favore del bar.

Il fenomeno della «movida» in Borgo Santa Caterina, che ha generato proteste e contrasti fra residenti e commercianti, ha uno strascico a causa di una sentenza del Tar di Brescia. I fatti risalgono al 31 maggio 2022, quando il Comune emette un’ordinanza di limitazione, notificata in data 1 giugno 2022 a una decina di locali del borgo. Nel caso specifico, al cocktail bar «The Alchemist» veniva richiesto di chiudere i battenti alle 00,30 contro le 3 dell’orario «normale» di apertura, successivamente portato all’1 per effetto della sospensiva. Nel giudizio introdotto dal gestore Paolo Veneziani, rappresentato e difeso dagli avvocati Paolo Sansone e Miriam Hamdan, contro il Comune, era stato richiesto l’annullamento previa sospensione dell’efficacia dell’ordinanza.

La sentenza

Il provvedimento derivava dal regolamento del Comune approvato dal Consiglio comunale il 15 giugno 2015. La sentenza del 6 aprile 2023, pubblicata il 2 maggio scorso, ha dichiarato illegittima l’ordinanza sindacale del 31 maggio 2022, impugnata, condannando il Comune al rimborso delle spese, quantificate in 4.240 euro, che l’amministrazione ha dovuto riconoscere come debito fuori bilancio (la delibera sarà discussa in Commissione consiliare la prossima settimana). «Il provvedimento di chiusura per noi non era corretto, di conseguenza abbiamo deciso di fare ricorso al Tar sul metodo e il giudice ci ha dato ragione» commenta Paolo Veneziani.

La replica del Comune

«Con l’ordinanza comunale abbiamo pagato quanto accaduto nelle precedenti gestioni del locale – continua il gestore del locale –. Noi siamo subentrati a gennaio 2021 in piena pandemia e con parecchie restrizioni, tanto che abbiamo iniziato a lavorare dopo un anno. Il provvedimento rischiava di rappresentare la classica spada di Damocle, anche perché come cocktail bar iniziamo a lavorare intorno alle 23. La nostra clientela non è certamente da movida e cerchiamo da sempre il quieto vivere». Da Palazzo Frizzoni la replica: «La sentenza non sovverte lo strumento dell’ordinanza, che rimane valido, ma rende più chiaro che sia necessario un impianto sanzionatorio più evidente. A oggi in città non ci sono peraltro locali sui quali insistono provvedimenti di limitazione».

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