Capitale della Cultura, in carcere un programma con 15 appuntamenti

L’INIZIATIVA. Presentato il calendario delle iniziative organizzate all’interno della casa circondariale di Bergamo. Coinvolti 150 detenuti e 12 associazioni.

Anche la cultura può dare libertà. Oltre le mura del carcere, c’è un vivace fermento culturale: anche la casa circondariale di Bergamo partecipa alla Capitale della Cultura, e lo fa con un «cartellone» di 15 iniziative, tra progetti già realizzati e altri ancora in cantiere. Laboratori di scrittura e teatrali, le attività e il potenziamento delle biblioteche, i corsi musicali, un premio letterario: è un fitto calendario d’iniziative quello presentato all’interno del carcere di Bergamo, per un insieme di attività che coinvolgerà sino alla fine dell’anno un totale di oltre 150 detenuti (sui circa 530 reclusi totali di via Gleno), per 919 ore di impegno; sono 12 le associazioni coinvolte.

«La cultura fa crescere il detenuto»

«La cultura serve a far crescere il detenuto, a staccarsi dal percorso di devianza e a facilitare il reinserimento – sottolinea Teresa Mazzotta, direttrice del carcere di Bergamo -. Questo percorso permette di rafforzare il ponte tra la società e la casa circondariale». «Partecipare alla vita culturale – rimarca Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo fa crescere la consapevolezza personale e porta beneficio a sé e alla comunità».

Il programma curato dal Csv

È un vero e proprio «dossier» quello che racchiude le «iniziative culturali e artistico espressive nella casa circondariale di Bergamo», curato dal Csv e dedicato a raccontare ciò che già si fa e quel che si farà prossimamente. Il laboratorio teatrale col gruppo del Teatro Piroscafo di Sarnico coinvolge 25 detenute: qui s’inserisce uno dei «sogni concreti», quello di portare per la prima volta all’esterno del carcere (accadrà probabilmente in autunno, all’Auditorium di piazza Libertà) uno spettacolo realizzato dai detenuti di Bergamo. Ma i laboratori sono molteplici, e sono dedicati anche a narrazione, scrittura (la rivista «Spazio» coinvolge oltre 50 reclusi), arte (con Gamec), chitarra e tastiera , ceramica, Costituzione, cibo e panificazione, sport. Insieme a Fondazione Donizetti è stato possibile portare 8 detenuti ad assistere alla prosa. Un altro percorso sarà dedicato al centenario del disastro del Gleno.

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