«Chi ha avuto contatti con soggetti positivi
e presenta alcuni sintomi chiami il 112»

L’invito dell’assessore regionale al Welfare, Gallera: «Non andate nei Pronto soccorso, componete il numero per le emergenze».

Sono sei i casi positivi al coronavirus confermati in Lombardia. Lo ha comunicato l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, nel corso di una conferenza stampa convocata a Palazzo Lombardia con il presidente Attilio Fontana e l’assessore alla Protezione civile, Pietro Foroni. Oltre ai primi tre casi positivi già comunicati (il paziente di 38 anni ricoverato in Terapia intensiva all’ospedale di Codogno, sua moglie e un contatto stretto già trasferiti al «Sacco»), si sono registrati altri tre casi positivi che saranno ricoverati sempre al «Sacco».

Per ora il soggetto che era stato individuato come possibile «paziente zero», ovvero colui che di rientro da un viaggio in Cina potrebbe aver trasmesso il virus al manager di 38 anni, al primo tampone è risultato negativo: è quindi necessario effettuare ulteriori approfondimenti per capire il suo reale stato di salute. L’assessore Gallera ha inoltre spiegato che sono otre duecento le persone identificate come contatti stretti dei casi positivi al coronavirus, ora in isolamento. Per questi soggetti è già stato fatto o verrà fatto il tampone.

«Abbiamo 149 persone che sono contatti del trentottenne ricoverato a Codogno tra infermieri, parenti e conoscenti, ci sono coloro che lavorano con lui in azienda e hanno avuto un contatto diretto, e ancora gli appartenenti alle attività sportive da lui frequentate. Nella notte infatti – ha precisato Gallera – hanno fatto l’accesso al Pronto soccorso di Codogno altre tre persone: uno è venuto da solo, gli altri due in ambulanza. A oggi l’unico elemento che conosciamo è che vivono tutti nella stessa area. Dobbiamo parlare con loro e con i loro famigliari per capire se c’è una connessione. Tutti e tre avevano una polmonite seria, poi risultata Covid-19».

Sono tutti a casa i giocatori e i dirigenti della squadra amatoriale che sabato scorso è scesa in campo contro la Picchio Somaglia, dove milita Il manager contagiato. «Siamo stati contattati questa mattina dall’Ats di Milano, ci hanno detto – racconta all’agenzia Ansa il dirigente della società – di tornare a casa dal lavoro e di metterci in quarantena a casa, di chiuderci in una camera ed evitare contatti con altre persone. Hanno voluto i contatti di tutti i giocatori e dirigenti che c’erano alla partita per contattarci singolarmente. Da quello che ho capito dovrebbero venire a farci il tampone a casa. Per quanto mi riguarda sono tranquillo, difficilmente dovremmo aver contratto il virus, non abbiamo avuto contatti diretti con la persona contagiata». Il dirigente non nasconde che «questa mattina quando mi hanno chiamato ero al lavoro e ho pensato a uno scherzo, poi ho chiamato l’allenatore dell’altra squadra e purtroppo mi ha confermato tutto. Ora, visto che abbiamo giocato il 15 febbraio, siamo tutti in malattia fino al 29».

Se si è stati in contatto con persone positive al virus e si hanno dei sintomi quali febbre e difficoltà respiratorie, l’invito è a non presentarsi ai Pronto soccorso ma a chiamare il 112, che invierà una squadra per fare i tamponi. «In questo mese – ha aggiunto Gallera – abbiamo gestito cento casi sospetti, tutti poi risultati negativi, che sono stati tenuti in isolamento 4-5 ore per fare il tampone e si erano presentati con queste caratteristiche». «Le misure che assumiamo – ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana – sono gli unici mezzi per evitare diffusione del contagio e non devono essere viste come qualcosa di drammatico e preoccupante. È dimostrato che questo sistema contribuisce in modo stanziale a bloccare la diffusione. Non dobbiamo diffondere il panico ma le misure, che potremo rivalutare dopo la riunione con il ministro Speranza, che sta arrivando, sono fondamentali per il bene della comunità».

L’assessore Pietro Foroni ha spiegato che la Protezione civile lombarda sta intanto individuando strutture idonee a ospitare, eventualmente, persone da mettere in quarantena. «Stiamo verificando strutture civili, anche militari ed ex militari idonee per ospitare eventuali quarantene. Siamo pronti per ogni evenienza».

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