«Con la riforma governi più stabili
Le critiche? La fiera dell’ipocrisia»

Credo ci siano tutte le ragioni per votare “sì” al referendum costituzionale di ottobre» dice Gigi Bresciani. Il leader provinciale della Cgil critica la personalizzazione di Renzi, ma vede in questa riforma un percorso per la stabilità dei governi: «Una buona cosa per tutti, sindacati compresi».

Ci spieghi la sua scelta di campo.«La Cgil nazionale, pur critica, non ha dato alcuna indicazione di voto e noi a Bergamo faremo un convegno il 16 settembre alla Malga Lunga sul referendum. Non voglio parlare per gli altri, perché ognuno la pensa alla sua maniera. Credo, tuttavia, che nel gruppo dirigente l’orientamento prevalente sia favorevole, considerando anche che la Cgil di Bergamo ha una connotazione riformista accentuata. Il mio è un giudizio positivo: dalla fine del bicameralismo perfetto alla riduzione del numero dei senatori, dalle nuove regole per il referendum all’abolizione del Cnel dove peraltro sono presenti anche i sindacati. È vero che nessuno s’è accorto dell’esistenza del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, ma è pur vero che costa parecchio ed è giunto il tempo di fare un po’ di pulizia. Condivido inoltre l’idea che, nel rapporto Regioni-Stato, alcuni poteri vadano accentrati: è il caso delle grandi strategie industriali e delle politiche energetiche».

La principale obiezione del fronte del «no» è che la riforma determinerebbe un’anomala concentrazione di poteri in mano al governo. «Francamente non capisco questa obiezione e quando si dice che saremmo dinanzi ad un attacco alla democrazia, più che una forzatura la considero una cosa non vera. Non mi pare proprio siano toccate le prerogative del governo, la prima parte della Costituzione resta intatta e anche sulla divisione dei poteri non mi sembra ci siano problemi particolari».

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