«Dimessi i primi pazienti arrivati col virus»
Covid-19, al Papa Giovanni 126 malati

Come l’ospedale Papa Giovanni si è organizzato in questi giorni di crisi? Ecco tutto il lavoro svolto e la gestione in atto dell’emergenza.

«In questi momento i primi quattro pazienti malati di coronavirus sono stati guariti e sono stati dimessi: erano entrati in ospedale nove giorni fa» questa una delle notizie più importanti della conferenza stampa che si è svolta nel pomeriggio di martedì 3 marzo al Papa Giovanni di Bergamo. L’ospedale bergamasco ha colto l’occasione per fare il punto sull’organizzazione della struttura e per dare alcuni numeri del lavoro in atto, un lavoro e un impegno incredibile di tutto lo staff: «Abbiamo 26 malati di coronavirus a San Giovanni Bianco e 126 al Papa Giovanni - spiega l’azienda ospedaliera -. Questo non significa che sono tutti in Terapia intensiva che al momento ha 25 posti letto con altri 12 in Terapia subintensiva».

L’ospedale è ottimista sull’organizzazione: «Le guarigioni proseguiranno sempre di più. Più pazienti andranno a casa ma nel frattempo ne arriveranno di nuovi da curare. Fondamentale il lavoro che si svolge in Terapia intensiva» spiegano i medici dell’ospedale Papa Giovanni che hanno fatto il punto sull’organizzazione dell’ospedale in riferimento all’emergenza coronavirus. I malati presenti sono di età «compresa tra i 50 e i 75 anni - spiegano -. Abbiamo anche un bambino in Terapia intensiva, in prognosi riservata e due giovani di 35 anni oltre a un anziano di 81 anni».

Confermata l’età più critica, quindi, quella degli over 65, i medici sottolineano il caso dei bambini: «I bambini affetti da coronavirus sono rarissimi. Abbiamo evidenziato, la Medicina stessa lo sta facendo, che i bambini hanno una maggiore capacità di guarire rispetto ai malati anziani. I polmoni dei bambini hanno una maggiore capacità di recupero, molto meglio degli adulti». Si tratta di un neonato di 20 giorni.

Il bambino «non è in una situazione particolarmente compromessa - ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, durante la conferenza stampa in video collegamento per fare il punto sulla situazione del coronavirus -. È in patologia neonatale, in isolamento. È stato disposto un tampone che è positivo, ma il bambino respira autonomamente. E’ sotto osservazione ma non in una situazione particolarmente difficile».

Sul numero dei letti, l’ospedale spiega molto chiaramente: «Non abbiamo aumentato i letti, i letti sono e restano circa mille: abbiamo però liberato delle aree, soprattutto di Chirurgia, e liberato delle aree di Terapia intensiva. Non abbiamo aggiunto letti».

«La chiave dell’organizzazione è posizionare i pazienti che stiamo curando nel posto giusto:una buona parte della capacità organizzativa dell’ospedale di Seriate, come da indicazione regionale, sarà dedicata ai nostri pazienti malati di coronavirus. Stiamo creando il procedimento corretto per avviare il percorso di riorganizzazione: si tratta di un iter di ore per mettere in atto il tutto».

Già 30 Cpap sono pronti al Papa Giovanni e 60 ventilatori sono in funzione nell’ospedale di Bergamo: procedure che aveva già annunciato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera: «I caschi Cpap nel 50% dei casi potrebbero evitare di ricorrere alla Terapia intensiva o almeno di ritardarla» aveva detto. Cpap indica la «ventilazione meccanica a pressione positiva continua»: sono maschere o caschi a ossigeno che hanno prezzi abbastanza ridotti e sono prodotti da molte aziende del Nord.

Qui la conferenza stampa in diretta in ospedale

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