Cure oncologiche, negli ospedali una su due è slittata per la pandemia

Il report Le Asst bergamasche sotto la soglia del 60% di interventi eseguiti. Percentuali più alte nelle strutture private. «I ritardi per il Covid».

È uno dei terreni più delicati della medicina. Un’emergenza ante-litteram, perché la patologia oncologica è un dramma che ha toccato innumerevoli famiglie prima del Covid, lo ha fatto anche durante la pandemia e lo farà – ancor di più, a causa della riduzione della prevenzione – negli anni a venire. La Lombardia, nonostante due anni di tempesta pandemica, prova a iniziare il «contropiede» ai tumori: se nel biennio 2019-2020 solo il 60% degli interventi chirurgici oncologici avveniva nei tempi previsti, nel 2021 si è saliti al 75%. L’altra faccia della medaglia è chiara: rimane però un altro 25% di operazioni – una su quattro – oltre la tempistica stabilita. È quanto emerge dal monitoraggio della Direzione generale Welfare sul livello dei servizi offerti e sulle performance delle strutture del Servizio sanitario regionale, che restituisce valori però ben diversi a seconda dei territori lombardi.

In testa l’Asst Crema

Guardando alle Asst, cioè agli ospedali pubblici, in testa ci sono soprattutto le strutture meno grandi: nel 2021 l’Asst Crema ha realizzato il 100% di questi interventi nei tempi previsti (nel biennio 2019-2020 era al 73%), l’Asst Garda è al 98% (era all’88%), l’Asst Mantova è al 94% (era al 92%), l’Asst Valcamonica al 93% (era all’87%), l’Asst Franciacorta è al 92% (era al 69%), mentre gli Spedali Civili al 92% sono la prima struttura di ampie dimensioni (erano al 79%) a completare le primissime posizioni che vedono una discreta prevalenza degli ospedali ubicati sul territorio dell’Ats Brescia.

Su 31 Asst lombarde, 15 sono sopra la soglia dell’80% di interventi eseguiti nelle tempistiche previste; 9 sono tra il 60% e il 75%; 7 sono al di sotto del 60%

Su 31 Asst lombarde, 15 sono sopra la soglia dell’80% di interventi eseguiti nelle tempistiche previste; 9 sono tra il 60% e il 75%; 7 sono al di sotto del 60%. Ed è in quest’ultimo spicchio che si inseriscono le Asst bergamasche, dove sostanzialmente una prestazione su due è slittata: l’Asst Bergamo Est è al 55% di interventi oncologici eseguiti entro le tempistiche indicate (era al 54% nel biennio precedente), l’Asst Bergamo Ovest al 55% (era al 41%), l’Asst «Papa Giovanni» al 43% (era al 45%). Il report comprende tutti i tipi di tumori (sia per organo, e sia benigni sia maligni). Lo sguardo complessivo alla classifica sembra indicare generalmente che le strutture più grandi – quelle dove la domanda è più alta, spesso collegata ad aspetti di alta specializzazione e che richiama pazienti anche da fuori provincia o fuori regione – hanno performance più basse, mentre i «bacini» più piccoli riescono a rispondere in maniera più agile.

Le strutture private accreditate

Sul versante del privato accreditato (strutture che per esempio nella quarta ondata Covid sono entrate in campo più tardi), 19 strutture su 28 hanno avuto performance superiori all’80%, 6 tra il 70% e il 78%, 3 al di sotto del 70%. In Bergamasca il Policlinico San Pietro è all’89%, Humanitas Gavazzeni all’80%, il Policlinico San Marco al 71%. «La riorganizzazione delle attività durante la pandemia ha inevitabilmente determinato una riduzione e, in alcuni casi, una sospensione di alcune attività sanitarie, quali ad esempio l’erogazione dei ricoveri chirurgici programmati in specifiche discipline e nell’ambito di specialistica ambulatoriale – si legge nel report della Regione –. La Regione, consapevole dell’evidente importanza strategica rivestita dall’erogazione dei ricoveri chirurgici oncologici, ha comunque disposto che tutti gli attori del Sistema sanitario regionale garantissero durante l’emergenza i volumi di queste attività . Pertanto tutti gli ospedali si sono impegnati con ogni sforzo per garantire una piena continuità nell’erogazione di tali prestazioni».

«La Regione, consapevole dell’importanza dei ricoveri chirurgici oncologici, ha disposto che tutti gli attori del Sistema regionale garantissero i volumi di queste attività»

Piano di rientro

L’attenuazione della pandemia ha permesso di disporre «un rapido e progressivo piano di rientro delle prestazioni sanitarie che ha già prodotto i n soli sei mesi il recupero di oltre 17.000 ricoveri chirurgici non oncologici e oltre 530.000 prestazioni ambulatoriali, prevalentemente visite e radiologia», spiega la Direzione Welfare: il monitoraggio delle performance (cioè il rispetto dei tempi massimi di attesa dei ricoveri chirurgici oncologici) avviato da inizio 2021 è votato a «individuare tempestivamente eventuali criticità locali e determinare le eventuali azioni correttive da applicare sul singolo reparto di tutti gli ospedali, pubblici e privati accreditati. Si parla di oltre 67.000 ricoveri all’anno, dei quali oltre 41.000 (il 62% sul totale) sono effettuati presso gli ospedali pubblici».

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