Didattica online e lezioni virtuali
Ecco la scuola ai tempi del coronavirus

Praticamente la totalità delle trenta scuole contattate si è organizzata con strumenti digitali.

La campanella suona alle otto, ma invece di prendere posto in classe ognuno si siede alla scrivania, di fronte al proprio pc. Il tempo necessario ad avviare la connessione e ad accedere al programma e si inizia: fare l’appello non è necessario perché sul desktop compaiono tante finestre quanti studenti sono presenti nell’aula (virtuale), oltre ovviamente a quella del docente.

È la scuola ai tempi del coronavirus, che ha trovato preparati gran parte degli istituti scolastici superiori di Bergamo e provincia: su una trentina di istituti contattati praticamente la totalità ha avviato didattica a distanza, mentre l’80% circa ha proposto anche classi virutali. Le lezioni on line in presenza sono solo una delle tante modalità messe in campo dai dirigenti scolastici e docenti per garantire a tutti gli studenti di continuare con le lezioni anche ora che, causa Coronavirus, nessuno dei ragazzi può recarsi in classe. Ogni scuola si è attrezzata con lezioni video, schemi, slide, percorsi virtuali, a seconda delle possibilità tecnologiche degli istituti, ma anche delle inclinazioni e delle sensibilità dei docenti.

Così ai Licei dell’Opera «giovedì, venerdì e sabato scorso – raccontano dall’istituto – abbiamo sperimentato le lezioni in modalità e-learning su un gruppo di 87 studenti, mentre da questa settimana il progetto verrà esteso a tutti i 450 ragazzi della scuola, compresi quelli della secondaria di primo grado. I ragazzi sono in linea, seguono da casa con entusiasmo e curiosità per questa nuova modalità di fare scuola. Oggi abbiamo fatto un consiglio docenti straordinario per pianificare le varie attività didattiche della settimana e per allineare tutti di docenti alle modalità sperimentate con successo la settimana scorsa con il gruppo pilota». La situazione di difficoltà si è trasformata in un’opportunità, «anche per i docenti – continuano - di aggiornarsi e sperimentare nuovi modi di fare lezione. E i ragazzi sono entusiasti. L’obiettivo è quello di ottimizzare queste giornate che impongono a tutti (studenti e docenti) nuove prospettive di apprendimento». Tutte le scuole possono usare il registro elettronico, ma sono tante anche quelle che hanno scelto altri tipi di software: i più frequenti sono Google Classroom, Hangouts e Meet oltre al consueto registro elettronico. Le stesse che utilizza anche l’Istituto Leonardo da Vinci, per esempio. Ovviamente non sono solo le scuole paritarie ad aver attivato percorsi di didattica online di questo tipo, ma anche le scuole statali hanno messo in campo soluzioni creative e tecnologiche per poter continuare serenamente nelle attività, didattiche e non.

Così è successo al Valle Seriana di Gazzaniga: «Il nostro istituto – spiega il dirigente, Alessio Masserini - è già da tempo tecnologicamente avanzato, anche solo per la banda in fibra da 500 Mb. Già da lunedì sia le prime che le quinte liceo hanno avuto lezioni di fisica e matematica in video lezione, in diretta di 40 minuti ciascuna sessione, mentre settimana scorsa la maggior parte dei docenti postava in didattica esercitazioni, approfondimenti e testi vari. La criticità ha permesso paradossalmente di ottimizzare la tecnologia disponibile su diverse piattaforme, molto bene direi. Con le aule virtuali si possono anche registrare gli eventuali assenti nel caso di dirette live, oppure in streaming i ragazzi possono riguardare la videolezione anche a tempo debito e soffermarsi sui particolari».

Lussana, Mascheroni, Secco Suardo, Galileo Galilei di Caravaggio, Alberghiero di San Pellegrino, Archimede di Treviglio, Majorana di Seriate, Lotto di Trescore e Fantoni di Clusone sono solo alcuni degli istituti che hanno già iniziato a fornire soluzioni di didattica a distanza di questo tipo, «l’emergenza ha fatto emergere competenze da parte degli insegnanti – raccontano i dirigenti – e le modalità vengono apprezzate anche dagli studenti, che partecipano alle lezioni e sono entusiasti di questo modo diverso di fare scuola».

Ma la scuola non si è attrezzata «solo» per la didattica online: per poter procedere con le attività era necessario anche consultare il consiglio d’istituto. Alcune scuole hanno colto l’occasione di sperimentare anche in questo senso la modalità telematica: Vittorio Emanuele II e Manzù di Bergamo ed Einaudi di Seriate hanno riunito oltre 100 persone in rete per fare il consiglio di istituto a distanza. «Non potevamo obbligare i docenti a venire a scuola – dice Patrizia Giaveri, del Vittorio Emanuele -, abbiamo predisposto tutti i documenti e ci siamo ritrovati online in circa 130 persone. Abbiamo approvato in questo modo le linee guida per la didattica online, che come prima regola hanno la flessibilità». L’emergenza ha portato nella scuola una ventata di novità . Ma anche una nuova (o quasi) consapevolezza: «le scuole di Bergamo – conclude Botti – non hanno nulla da invidiare a quelle del resto del mondo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA