Segui qui la Messa del vescovo
La diretta qui e su Bergamo Tv

La Chiesa unisce il ricordo di tutti i Santi e di tutti i Defunti, impastando luce e ombra, vita e morte, risurrezione e croce.

Allora tutti i Santi, quelli sugli altari, quelli nelle nicchie, quelli segnati sui calendari, insieme ai Santi più nostrani e casalinghi che sono i nostri cari in Paradiso ci riconsegnano in questi giorni la serietà della vita, il valore dell’esistenza, il valore dei valori, la preziosità di doni come la fede, la speranza, l’amore. In questo orizzonte si collocano le celebrazioni che tutte le parrocchie vivranno, pur limitate per una responsabilità attenta al bene comune nel rispetto delle norme.

Il vescovo Francesco Beschi, domenica 1° novembre, come da tradizione, celebrerà alle 15 nella Chiesa del Cimitero di Bergamo, dedicata proprio a Ognissanti. La Messa verrà trasmessa in diretta su Bergamo TV e ncahe sul nostro sito perché i posti saranno contingentati secondo le disposizioni di tutela della salute pubblica. La televisione e il sito web permetterà a tantissime persone, unite a distanza, pur sparse in tutta la diocesi, di elevare insieme al vescovo una invocazione di intercessione ai Santi, di suffragio per i defunti, di consolazione per coloro che hanno il cuore ferito in questa ricorrenza che quest’anno assume una densità tutta particolare.

Nei giorni successivi, il vescovo in Cattedrale, presiederà altre due celebrazioni: lunedì 2 alle 18 per tutti i defunti e giovedì 5, sempre alle 18 nel ricordo dei vescovi che hanno donato la vita come pastori per la nostra diocesi. Nel cuore della bufera della pandemia, il 27 marzo scorso, proprio dal cimitero cittadino, nel giorno in cui erano tornate a Bergamo le ceneri delle centinaia di defunti che il mondo in silenzio si era fermato a vedere lasciare la nostra città sui camion militari, monsignor Beschi aveva elevato a Dio questa invocazione: «Signore, ascolta il dolore che sale da questa terra che ancora crediamo benedetta. Ascolta il silenzio di questo dolore: il silenzio di chi è morto e di chi è vivo. Non gridiamo. Ascolta le nostre parole che fanno eco di dolori nascosti nel cuore e nelle case che ci rubano carezze, sorrisi e abbracci. Ascolta il respiro affannato di chi è ancora malato e quello sommesso di chi si sente derubato: non tanto di cose, non solo di salute, ma di chi ci è più caro e perfino della sua morte e della sua sepoltura. Ascolta la speranza, per molti indicibile, che tutto non sia consumato, che il ricordo non sia l’unica eredità, che la vita di chi abbiamo amato e tanto ci ha amato non diventi solo polvere di un universo impassibile. La prova è grande. Fatichiamo a sentirti, a vederti: ma noi crediamo in Te. Noi crediamo che Tu sei la sorgente della Vita e che in Te i nostri morti vivono della vita perfetta, la vita felice di chi abita nell’amore. Noi crediamo che nella morte in croce di Gesù, ogni morto, ogni sepolto è riscattato dall’abbandono, dall’oscurità, dal nulla, perché in Lui la vita di ogni uomo è destinata alla sua perfezione: l’amore».n 

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