«Don Fausto più di un semplice cappellano»
Bonafede, il carcere sarà intitolato a lui

Il ministro della Giustizia Bonafede in un documento del Ministero si è detto favorevole all’intitolazione del carcere di Bergamo a don Fausto Resmini, morto a causa del covid tra il 22 e il 23 marzo scorsi. Accolta la richiesta dei parlamentari bergamaschi Carnevali e Martina.

Bonafede accoglie la proposta di intitolare il carcere bergamasco a don Fausto Resmini, storico cappellano della casa circondariale e sacerdote che ha dedicato la sua vita agli ultimi.

Don Fausto è deceduto dopo aver contratto il covid il 23 marzo scorso e la sua scomparsa aveva destato grandissima commozione in tutta la nostra comunità.

I deputati bergamaschi Maurizio Martina e Elena Carnevali avevano sottoposto al ministro un’istanza, appoggiata anche dalla direttrice del carcere di via Gleno Teresa Mazzotta, proprio perchè gli venisse intitolata la casa circondariale. Una proposta accolta di buon grado dal ministro che proprio sabato 16 maggio ha risposto con una lettera che annuncia anche una prossima visita in città.

Ecco le parole del ministro

«Don Fausto Resmini era più che un semplice cappellano, era un punto di riferimento per l’intera comunità di Bergamo e per chi ha avuto la fortuna di incontrarlo sulla propria strada. Una guida morale, un padre spirituale, un uomo sempre pronto all’ascolto e al dialogo.

Per oltre un trentennio cappellano dell’istituto della città, Don Fausto ci ha lasciati nella notte tra il 22 e il 23 marzo all ’età di 67 anni, dopo essere risultato positivo al Covid-19. Padre Resmini era diventato un elemento portante della vita all’interno della struttura di Bergamo, tanto che alla sua morte i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria lo hanno voluto ricordare e ringraziare con parole che arrivano dritte al cuore.

In particolare, in una lettera gli uomini e le donne in servizio a Bergamo hanno scritto: “Caro Don Fausto, per gli anni che hai dedicato a questo istituto penitenziario, per noi sei sempre stato un punto di riferimento: nel quotidiano, nell ’emergenza, nei momenti di lutto e di buio, nei momenti di festa e di gioia. Con queste poche righe vogliamo salutarti stringendoti nei nostri cuori, con la consapevolezza che da lassù saprai guidare i nostri passi e continuerai a pregare per noi e le nostre famiglie.

Non appena la situazione sanitaria lo permetterà voglio visitare personalmente Bergamo e l’istituto che sarà intitolato a don Fausto, per esprimere vicinanza agli agenti e a tutti gli operatori. Mi piace pensare che questo, seppur semplice, atto sia un modo per far continuare a vivere l’esempio di don Fausto».

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