È il giorno della requisitoria del pm
Omicidio Yara: Bossetti rischia l’ergastolo

Massimo Bossetti, venerdì 13 maggio, avrà due avversari in aula: un pm e la fredda aritmetica del Codice penale. Al processo per l’omicidio di Yara Gambirasio è il giorno della requisitoria di Letizia Ruggeri, il magistrato che ha condotto le indagini e sostenuto l’accusa in dibattimento.

Parlerà a lungo e solo lei. Cercherà di convincere i giudici riguardo alla bontà delle presunte prove e, alla fine, invocherà la condanna dell’imputato. Quantificherà anche l’entità della sanzione che ritiene congrua per il muratore di Mapello.

La materia non si presta a pronostici, ma l’algebra processuale lascia poco spazio all’immaginazione. La pena base per il reato di omicidio è 21 anni, ma a Bossetti (che è accusato anche di calunnia) vengono contestate anche due circostanze aggravanti: la cosiddetta minorata difesa (un uomo adulto contro un’adolescente di 13 anni) e, la seconda, l’aver «adoperato sevizie e aver agito con crudeltà». Quest’ultima è un’aggravante che consente di invocare la pena dell’ergastolo.

In quest’ottica, se Bossetti verrà giudicato colpevole, tornerà ad essere centrale la battaglia medico-legale tra accusa e difesa. A processo la professoressa Cristina Cattaneo, che insieme al medico legale Luca Tajana eseguì l’autopsia, spiegò: «Abbiamo trovato valori elevati di acetone e piccole ulcerette gastriche, in letteratura compatibili con lo stress da ipotermia». Yara sarebbe stata abbandonata ferita, al freddo del campo di Chignolo (la temperatura era fra 0 e 2 gradi) e questo ne avrebbe determinato la morte in poche ore. «Sul corpo - aggiunse Tajana- c’erano due ordini di lesioni: contusioni e ferite da arma bianca, tutte prodotte con la vittima ancora in vita».

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