«Elframo», licenziati 4 impiegati
I lavoratori entrano in sciopero

Cgil e Cisl: «provvedimento giunto come un fulmine a ciel sereno, senza spiegazioni apparenti né giustificazioni da parte dell’azienda. È importante la solidarietà espressa dai lavoratori. I valori importanti hanno ancora un peso». Lunedì nuova mobilitazione.

I dipendenti (76 su 80) della «Elframo», azienda metalmeccanica di Bergamo che produce lavastoviglie, friggitrici e macchinari da cucina, sono scesi in presidio oggi, venerdì 24 maggio, e lo faranno per tutto il giorno, per protestare contro il licenziamento di quattro colleghi, «provvedimento giunto come un fulmine a ciel sereno, senza spiegazioni apparenti né giustificazioni da parte dell’azienda», denunciano i sindacati di settore di Cgil e Cisl. Questa mattina, Fim-Cisl e Fiom-Cgil hanno convocato un’assemblea, che ha deciso senza tentennamenti otto ore di astensione, per marcare la propria posizione a fianco dei colleghi. Per Lorenzo Lego, della Fim-Cisl, «nonostante gli incontri sindacali periodici l’azienda non ha mai comunicato questa intenzione, che riteniamo un sopruso senza nessun tipo di giustificazione. È importante la solidarietà espressa dai lavoratori. I valori importanti anche di questi tempi, hanno ancora un peso».

«La decisione di Elframo ci ha sorpreso e amareggiato: da poco avevamo avuto un incontro durante il quale non ci era stata comunicata alcuna intenzione di procedere ai licenziamenti, nonostante si sia tutti consapevoli che la situazione economica non è positiva. Non esiste, oltretutto, alcun piano industriale a cui fare riferimento, nemmeno dopo la procedura di mobilità di fine 2017 a cui ci eravamo opposti e a seguito della quale si erano registrati 10 esuberi», ha commentato Vittorio Tornaghi della Fiom-Cgil di Bergamo. «La mobilitazione, intanto, continua: per lunedì 27 maggio abbiamo proclamato altre due ore di sciopero, le ultime due di ciascun turno. Per il giorno successivo, martedì 28 maggio, è fissato un incontro con i rappresentanti dell’azienda: chiederemo che si prendano in considerazione percorsi alternativi rispetto agli esuberi. La sensazione è quella che i tagli abbiano un carattere punitivo nei confronti dei lavoratori colpiti dai licenziamenti. Ci opporremo con ogni strumento di cui disponiamo a una scelta iniqua e discriminatoria».

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