Giro di auto di lusso pagate in nero
Violenze per riscuotere i crediti

L’operazione della Guardia di finanza di Bergamo: in carcere un 66enne bergamasco. Sequestrati Suv Porsche Cayenne, Bmw e Audi.

La Guardia di finanza di Bergamo ha confiscato questa mattina 19 auto di lusso risultate nella disponibilità di un pregiudicato, attualmente in carcere per estorsione e sequestro di persona. Il provvedimento cautelare, firmato dal gip di Bergamo, Federica Gaudino, su richiesta del pm Emanuele Marchisio, rappresenta il secondo step dell’indagine «Pay to live» che a novembre aveva portato all’arresto di due fratelli calabresi, vicini ad ambienti ’ndranghetisti, e di un sessantaseienne bergamasco, attivo nel commercio di autoveicoli e che si era è avvalso dell’azione violenta dei due fratelli per recuperare i propri crediti.

All’atto del suo arresto, i finanzieri avevano rilevato nella disponibilità dell’imprenditore diverse autovetture, anche di pregio, intestate a una società con sede a Paratico (Brescia) e amministrata da un cinquantaduenne di Bergamo, che le indagini hanno dimostrato essere in realtà un mero prestanome. Nella mattinata di mercoledì 29 gennaio è scattata la confisca.

Durante le indagini è emerso che la compravendita degli autoveicoli da parte del pregiudicato veniva esercitata totalmente in nero ed era anche connotata dal sistematico ricorso alla violenza nella fase del recupero del credito, sussistendo, inoltre, come scrive il giudice nel suo provvedimento, «gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di estorsione e considerato che l’indagato non ha dichiarato redditi tali da giustificare il possesso dei beni di cui è risultato avere la disponibilità».

Tra le auto confiscate ci sono tre suv Porsche Cayenne, un’Audi e una Bmw, per un valore complessivo stimato in 100 mila euro. Le fiamme gialle fanno sapere che «l’operazione che ha assicurato alla giustizia elementi ritenuti contigui alla criminalità calabrese e bergamasca e l’aggressione patrimoniale dei beni il cui possesso da parte di un pregiudicato non è giustificato dai redditi dichiarati, s’inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria a contrasto dei più gravi illeciti e delle infiltrazioni del malaffare nel tessuto economico sano».

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