«I cantieri non sicuri»
Ance chiede la serrata

Pesenti: mancano i dispositivi di protezione. Il ministro: no a chiusura, da lunedì nuove linee guida.

La notizia era nell’aria da giorni ma per una provincia che vive di edilizia come la Bergamasca, fa sempre effetto: Ance chiede che vengano chiusi tutti i cantieri in Italia, ma la ministra De Micheli non ci sta e pur annunciando nuovi adeguamenti sul fronte sicurezza, è contraria a una serrata totale dei cantieri.

In sintonia con il presidente nazionale di Ance Gabriele Buia, che ieri ha chiesto al governo «un provvedimento che consenta di poter sospendere i cantieri, fatte salve le situazioni di urgenza ed emergenza, prendendo atto che non ci sono le condizioni per poter proseguire per motivi di sicurezza», anche la presidente di Ance Bergamo Vanessa Pesenti spiega che «allo stato attuale non siamo in grado di garantire il rispetto delle disposizioni dell’ultimo decreto, necessarie alla tutela dei nostri lavoratori: mancano dispositivi di protezione individuale, ci sono difficoltà negli approvvigionamenti e difficoltà logistiche per gli operai in trasferta, difficoltà di coordinamento con committenti e subappaltatori».

Ecco perché Pesenti chiede al Governo «di adottare immediatamente una serie di misure per consentire alle nostre imprese di sospendere i cantieri, incluse le necessarie misure economiche di sostegno al settore. Penso all’ampliamento della possibilità di utilizzo degli ammortizzatori sociali, alla sospensione di adempimenti e versamenti in scadenza, alla garanzia della liquidità alle imprese. Grazie a queste misure potremo tutelare la nostra forza sociale ed economica così da essere in grado di poter tornare quanto prima a lavorare per far crescere la Bergamasca e il nostro Paese più forte di prima».

Richieste che si sommano alle altre parti sociali coinvolte nella filiera edilizia (le tre sigle sindacali e le tre artigiane) che congiuntamente lamentano il fatto che «le imprese, anche a seguito delle ultime disposizioni normative, non sono nelle condizioni di poter lavorare: mancano dispositivi di protezione individuale, ci sono difficoltà negli approvvigionamenti, i lavoratori sono preoccupati per il rischio di contagio. Tali difficoltà sono ancora più forti nella nostra provincia, tra i territori a maggior diffusione del contagio. Il governo ci deve mettere in condizione di poter lavorare in sicurezza o, nel caso in cui non sia possibile, deve imporre il fermo dei cantieri».

Non si è fatta comunque attendere la risposta della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, che ha chiesto a tutte le stazioni appaltanti e all’Ance una ricognizione dello stato dei cantieri pubblici. «Nella giornata di oggi - ha aggiunto il ministro -verranno condivise ed emanate ulteriori linee guida specifiche per la sicurezza dei lavoratori. Pertanto, lunedì per aziende e lavoratori si definirà un quadro più chiaro. Il ministro conferma che «non c’è la necessità di chiudere i cantieri e che ogni attività volta alla garanzia della sicurezza e della continuità del lavoro sarà direttamente sostenuta dal ministero».

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