I dati della Fase 2? Ci vogliono dieci giorni
Speranza: fino al 18 no a fughe in avanti

Boccia: si procederà ad «aperture differenziate per Regioni sulla base delle valutazioni» dei dati. E dunque dopo il 18 maggio ci saranno territori che potranno aprire e altri no.

Il ministro delle Salute Roberto Speranza è stato molto chiaro e ha ribadito la linea del governo: prima del 18 maggio non si apre nulla. «Dobbiamo gestire con grande attenzione e gradualità la fase delle riaperture. Nessuna fuga in avanti - ha detto - ci vuole ancora tanta responsabilità altrimenti finiremo col vanificare i sacrifici fatti finora».

Ma si apre uno spiraglio per l’ipotesi della riapertura di cinema e teatri a giugno: come per le chiese, saranno previste regole precise per permettere agli spettatori - così come sarà per i fedeli - di partecipare a spettacoli rispettando distanziamenti e sicurezza. «Si stanno valutando - spiega il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro - forme di partecipazione con numeri limitati di persone in luoghi confinati previo rispetto delle regole e con un percorso di garanzia, dalla fasce orarie agli ingressi. Questo vale per tutti gli eventi che hanno tali caratteristiche». È vero, infatti, come ha detto Brusaferro nel corso della conferenza stampa settimanale, la curva del contagio «decresce ed è un segnale che prosegue in tutte le regioni». Ma è altrettanto evidente che ciò non significa nulla, se non si attendono i dati sull’andamento dei casi dopo l’allentamento delle misure deciso il 4 maggio.Attesa che non sarà inferiore ad una decina di giorni. Ed infatti il presidente dell’Iss conferma che quei numeri ci saranno «solo la prossima settimana» e che «solo dall’analisi dei dati, che verrà fatta dalla cabina di regia tra ministero e Regioni, si potranno fare ragionamenti per decidere misure successive». Il governo, probabilmente a metà della prossima settimana, tirerà dunque le somme e predisporrà il nuovo Dpcm. In ogni caso, è impensabile di allentare ulteriormente le misure prima del 18 maggio.

Intanto il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini torna invece a chiedere che dal 18 maggio le Regioni possano decidere in autonomia per le successive riapertura. Una possibilità che Boccia ha accolto già nel corso della Conferenza Stato-Regioni e che però dovrà confrontarsi con un altro tema: il ministro delle Autonomie ribadisce che si procederà ad «aperture differenziate per Regioni sulla base delle valutazioni» dei dati. E dunque ci saranno territori che potranno aprire e altri no.

Tutto rimandato, invece, per la mobilità sull’intero territorio nazionale: non se ne parlerà prima di giugno anche se nel nuovo Dpcm potrebbero essere consentiti i movimenti tra regioni limitrofe e quelli di chi vive al confine tra una regione e l’altra.

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