I portachiavi che spiano?
La bufala che corre in WhatsApp

«Attenti ai portachiavi in regalo, hanno il microchip che spia!» Ma è una bufala... che sta intasando i gruppi WhatsApp anche dei bergamaschi.

«Attenzione, in questi giorni vengono distribuiti dei portachiavi da agganciare all’interno della vostra auto; le persone ve li offrono gratuitamente presso i parcheggi o i distributori di carburante. Non accettateli...essi contengono un microchip all’interno dei gadget. Questi delinquenti poi vi seguono fino a casa e vengono a conoscenza dei vostri movimenti per effettuare intrusioni e furti. Secondo la polizia si tratta di bande di rumeni. Divulgare, per la sicurezza, anche ai vostri parenti».

Ecco il messaggio che da alcuni giorni corre su WhatsApp, in Rete o via sms. C’è chi inoltra il testo e alimenta catene sui Social, ma basta poco per capire che si tratta di una bufala. E c’è anche chi online prende in giro gli utenti creduloni: «Pensateci un attimo. Questi ipotetici ladri disseminatori di portachiavi avrebbero una tecnologia che non solo sarebbe degna di James Bond (sensore di presenza più GPS più trasmettitore più alimentazione, tutto dentro un portachiavi), ma costerebbe talmente poco che la regalano» si legge in un blog.

«Non si capisce come il portachiavi faccia a segnalare la presenza in casa. Come la rileva? Se lo ficco in un cassetto, come fa a sapere se c’è qualcuno in casa? Come trasmette? Che portata ha? Quanto durano le batterie? È mai possibile che ci siano bande di ladri che passano ore a monitorare migliaia di gingilli elettronici in attesa che qualcuno di essi dia il segnale giusto? E questi trasmettitori non causano interferenze, che magari la Polizia Postale o i radioamatori saprebbero rilevare?» continua l’ironia in Rete.

E c’è anche da dire che chi diffonde il messaggio ha la memoria corta: questa bufala era già in Rete nel 2012. Ma ripeterla, a quanto pare, non guasta...

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