I temi dei carri di domenica?
Non politica, solo fiabe e attualità

Molti carri dedicati alle culture di altri Paesi: dal Messico alla Bolivia fino all’India.

Tante fiabe e cartoni animati e nessun rimando alla politica. I temi dei carri di quest’anno sono stati prevalentemente leggeri «senza rinunciare a un pizzico di ironia e ad alcuni messaggi pungenti – specifica il duca Morotti – altrimenti non sarebbe stato organizzato proprio dal Ducato di Piazza Pontida che fa dell’ironia e del sarcasmo uno dei suoi punti di forza». La sfilata è iniziata con il passaggio delle Majorettes di Cividate al Piano e la Fanfara Città dei Mille di Bergamo, dietro di loro il duca in carrozza insieme alla «Egià piò bela. Miss Oriocenter 2019» e poi tanti, tantissimi carri. Niente politica, dicevamo. Ma qualche riferimento all’attualità (con un pizzico di sarcasmo) sì.

«L’impero del dragone», ad esempio, ha fatto riferimento alla grandissima diffusione dell’economia cinese nel mercato mondiale, con un consiglio: «Apprezzate di più il made in Italy». Altro carro, altro tema di grande popolarità: «Chef stellati e cuochi lunatici» ha mandato un altro messaggio agli appassionati di enogastronomia riferendosi alla «cucina della terra bergamasca dissacrata da certi ristoratori che spesso vanno in tv».

Sono state tante le culture rappresentate dai carri presenti: dall’India, al Messico fino ai cosacchi russi, alla Bolivia e all’Ucraina. I «Maser di Trescur» hanno fatto invece ritorno in Bergamasca, con un carro tradizionale dedicato al «salvataggio delle rane vicino al lago d’Endine, utili per l’ecosistema». Molti anche i carri che rappresentavano il mondo contadino ma anche le invenzioni di Leonardo da Vinci e le rappresentazioni di arte con la mostra itinerante di quadri viventi. E poi tanto divertimento e leggerezza con i carri di Striscia la Notizia e la rappresentazione del Gabibbo e il Tapiro d’Oro, il cartone animato di Heidi, Jurassic Park con i partecipanti vestiti da dinosauri, Kung Fu Panda, il Ritorno degli Acchiappafantasmi, l’Arca di Noè e tanto altro ancora. Non potevano mancare le maschere del bergamasco Franz Cancelli, le rappresentazioni allegoriche del circo di Moira Orfei e una grande riproduzione di un giullare «che rappresenta l’allegria del carnevale, la voglia di divertirsi senza prendersi troppo sul serio».

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